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Adottate, sono tanti i bambini che attendono.

io-sono-un-donoAntonella e Carlo sono tornati a casa da poche settimane con Ivan, 4 anni, e per #iosonoundono raccontano la loro avventura adottiva appena iniziata.


Sono felicissimi.  E Ivan, che durante l’intervista si fa sentire con la sua vocina mentre gioca, pare esserlo altrettanto.

Abbiamo fatto i tre viaggi richiesti dalla procedura di adozione con la Moldova – racconta Antonella – : la prima  volta abbiamo trascorso un mese nel paese, lo scorso dicembre, e in quel periodo potevamo incontrare il bambino due volte al giorno, andando in istituto. Siamo poi tornati a marzo per pochi giorni, in occasione dell’udienza: è stato il viaggio che più ci ha rasserenato proprio per la felicissima reazione di Ivan nel vederci! Ci ha rincuorato il fatto di sapere che ci aspettava”.

A ogni partenza infatti eravamo noi in crisi – aggiunge Antonella che quasi non trova le parole giuste per spiegare – Pensavo di essere forte ma quando a marzo siamo ripartiti … insomma, il pensiero di doverlo lasciare per alcuni mesi … non è stato facile!

Il terzo viaggio, a giugno, è servito solo per ultimare gli aspetti burocratici e ritornare finalmente tutti a casa. Quando le tate portarono il bambino per lasciarlo ai genitori, Antonella e Carlo poterono ascoltare le  prime parole di italiano di loro figlio: “Andiamo! andiamo!”. E’ stato il suo modo di dire ‘sì’ al voler essere figlio di Antonella e Carlo.

E adesso, come sta andando? “Bene, è un bimbo scatenato! Vuole fare tutto, tocca tutto, vuole uscire anche quando fuori è troppo caldo – racconta il papà – : in parte perché percepisce le novità e la libertà conquistata, in parte perché non è stato abituato a interiorizzare le regole che negli anni dell’istituto erano state solo imposte”.

Ivan è un bambino con un problema sanitario risolvibile, iscritto nelle liste special needs. “Ha avuto una paresi infantile che gli impedisce di muovere bene una gamba – dicono i genitori – Ha imparato a camminare da poco, lo scorso Natale, ma sappiamo che con una adeguata fisioterapia dovrebbe recuperare. Sta già cominciando a salire e scendere le scale, vediamo molti progressi nel quotidiano”.

Il bambino sta già assaporando tutto il bello di vivere in famiglia e i genitori lo riscontrano anche nei  momenti più “banali” della giornata.

In genere vediamo delle regressioni, chiede spesso coccole e di esser preso in braccio – racconta Antonella – All’inizio andava a letto la sera e si addormentava da solo, subito: eravamo quasi stupiti. Ora che sta comprendendo cosa significa famiglia, Ivan richiede la nostra presenza per addormentarsi. Oppure chiama mille volte per fare cose semplici” .

La Moldova e l’istituto, dove Ivan è cresciuto dalla nascita, sono un pensiero che ogni tanto lo attraversa.Qualche volta finge di telefonare per sapere come va”, dicono mamma e papà, comprendendo che anche per questo aspetto serviranno tempo e pazienza.

E mentre Ivan si gode le coccole di nonni e cuginetti, Antonella e Carlo parlano entusiasti ad amici e conoscenti dell’esperienza adottiva.

Abbiamo sempre consigliato l’adozione, anche quando non avevamo ancora incontrato Ivan – concludono – . Anche a chi ha già figli non smettiamo mai di dire che sono tanti i bambini che vivono in istituto nel mondo; alle coppie che tentano la fecondazione assistita ricordiamo che le soluzioni esistono e la gioia è identica”.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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