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Adozione internazionale, la Cenerentola dimenticata: quale futuro per i bambini abbandonati se anche le famiglie non sanno più fare sentire la loro voce?

lps-news1Nella favola, Cenerentola, pur tra mille difficoltà, alla fine riusciva ad andare alla festa e anche a fare innamorare di sé il principe. La Cenerentola della società italiana, l’adozione internazionale, invece, non solo non riesce a riconquistare l’attenzione da parte delle istituzioni e dei cittadini, ma alla festa non viene neppure invitata. La festa di cui parliamo è quella della famiglia, che si è tenuta sabato 20 giugno in piazza San Giovanni a Roma. “Difendiamo i nostri figli” è stato il positivo slogan della manifestazione che ha radunato un milione di persone da tutta Italia, accorse nella capitale per dire “sì” al diritto dei bambini a essere educati da un papà e da una mamma e “no” alla parificazione tra matrimonio e unioni civili, alle adozioni gay e alla “colonizzazione ideologica” della teoria del gender nelle scuole e nei media. Tutti concetti assolutamente sacrosanti, valori da promuovere a ogni costo, ma che rischiano di perdere di significato se ci si dimentica dell’adozione.


“Difendiamo i nostri figli”, si diceva, era il motto della manifestazione romana. Ma i primi figli a dover essere difesi sono quelli che hanno perso il diritto di sentirsi tali: i bambini abbandonati, quelli che da figli ora sono solo bambini soli. Non hanno nessuno che difenda il loro diritto ad una mamma e un papà? Non hanno sostenitori pronti a scendere in piazza per rivendicare i loro diritti?

La bellissima giornata del 20 giugno, una vera festa della famiglia, non ha riservato neppure un momento all’adozione. Ancora una volta, Cenerentola è rimasta a casa, da sola, senza nessuno che si curasse di lei. “Ancora una volta” perché l’adozione internazionale è al centro di una profonda crisi e nessuno la pone più tra le proprie priorità. Il governo l’ha dimenticata e ora anche le famiglie sembrano averla completamente emarginata.  Dove era lo spazio nel giorno del Family Day per un forte messaggio alle famiglie adottive e affidatarie, alle famiglie sterili che desiderano un figlio e sono tentate dalle presunte scorciatoie dell’eterologa? Perché non è emersa, forte, anche la voce dei bambini abbandonati che attendono una mamma e un papà e non un generico “qualcuno” che li accolga?

È inutile denunciare il disinteresse del governo, l’inefficienza e la paralisi della Commissione Adozioni Internazionali, il cattivo operato degli enti autorizzati, le chiusure dei Paesi di origine come cause della crisi, se poi le stesse famiglie, vere anime dell’adozione, non sono capaci di farsi sentire.

Ed è inutile dire “no” alle adozioni gay se prima non si parla della bellezza dell’accoglienza e delle difficoltà che le famiglie sono costrette ad affrontare nel cammino adottivo. Opporsi alle adozioni delle coppie omosessuali è fondamentale per i diritti dei bambini ma risulta credibile solo se si promuove l’adozione. Non si può dire “no” all’adozione gay se prima non si dice un convinto “sì” all’adozione per restituire dignità filiale ai bambini abbandonati.

Ma quale impegno possono assumere le famiglie italiane su questo fronte? Se si organizzasse un “Adoption day”, quali realtà e quante famiglie scenderebbero in piazza per pretendere che ad ogni bambino abbandonato siano sempre assicurati una mamma e un papà?



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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