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Sulla tua parola

Dal Vangelo secondo Luca (5,3-7)



Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone <<Prendi il largo e calate le reti per la pesca>>. Simone rispose <<Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti>>. E avendolo fatto, presero una quantità enormi di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.

Commento

Certo, ora appare semplice, quasi naturale: ti vedo, anno dopo anno, crescere, condividendo talmente la quotidianità della tua gioventù che è inverosimile il pensare di non averti fatto nascere. E’ così scontato da sembrare vero: che tu sia mio figlio è una realtà, non più un atto di fede.

Eppure il tempo non annulla ciò che è passato; forse lo si dimentica.

“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte”: rivedo, dipinta su volti a volte troppo cupi, a volte persino angosciati, la fatica della speranza di chi, nonostante tutto, non intende rassegnarsi a una vita povera di Amore, di chi avendo tanto ricevuto vive l’amarezza di non poter donare la sua stessa vita: “il nostro amore ti ha concepito, ma in noi rimane solo la fredda delusione di una spenta sterilità.

“E non abbiamo preso nulla”: è la sterilità di chi crede solo in sé stesso, di chi, pur potendo, non sostiene o addirittura ostacola l’accoglienza di un minore abbandonato. E in rapida successione su quella “barca” si alternano politici indifferenti, magistrati saccenti, freddi burocrati, operatori senza scrupoli…

“Ma sulla tua parola getterò le reti”; poi un giorno, abbiamo sentito la voce di un bambino abbandonato, quel grido “fatto di silenzio sottile” e quando siamo riusciti ad ascoltarlo, la sua speranza è diventata la nostra.

“E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci”, in quel momento, il nostro amore è diventato fecondo e tu sei nato, finalmente, da noi.

Preghiamo:

Nel 1° mistero contempliamo i nostri figli e preghiamo per essere in grado di accoglierli, in ogni momento della vita, come se fosse sempre la “prima volta”;

Nel 2° mistero contempliamo i coniugi colpiti dal lutto della sterilità e preghiamo perché riescano a sentire e quindi ascoltare il grido di un bambino abbandonato;

Nel 3° mistero contempliamo i genitori adottivi e preghiamo perché le difficoltà che incontrano nell’accoglienza dei loro figli siamo illuminati dalla luce della speranza;

Nel 4° mistero contempliamo i bambini e gli adolescenti abbandonati e preghiamo per loro perché riescano sempre a far sentire la loro voce;

Nel 5° mistero contempliamo le difficoltà in cui si imbatte, oggi, l’adozione internazionale e preghiamo perché tutti possano comprendere il suo vero significato di accoglienza dell’ultimo degli ultimi; di chi, abbandonato dai suoi genitori e non voluto dalle famiglie del suo paese di origine, non ha altra speranza che di essere accolto da una famiglia straniera;



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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