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Chiamati ad essere genitori adottivi

A cura di Lisia e Antonio Gorgoglione


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-38)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

COMMENTO
Nel Vangelo di Luca vengono presentate due figure, quella di Simeone e di Anna, due persone che, illuminate dallo Spirito Santo, riconobbero il Signore. Lo Spirito Santo ha operato in loro, dal cuore puro e dedite alla preghiera, e ha reso possibile il riconoscimento della salvezza.
Anche nella nostra vita, come in quella di Simeone e Anna, opera lo Spirito Santo; a noi spetta il compito di riconoscere, attraverso l’apertura del cuore e la preghiera, questa azione. E noi abbiamo riconosciuto Gesù, la salvezza, nel bambino abbandonato quando abbiamo detto il nostro “sì” al progetto di adozione e, in un atto di totale affidamento, siamo partiti.
A volte riconoscere il Signore può significare soffrire come ha profetizzato Simeone a Maria – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -. La chiamata ad essere genitori adottivi può essere difficoltosa e dolorosa, perché dobbiamo superare le nostre paure, entrare nel dolore dei nostri figli, fare nostro questo dolore illuminando la loro esistenza con la Luce che soltanto Cristo Gesù può donargli.
Non dobbiamo avere paura di soffrire, dobbiamo uscire (come dice Papa Francesco) per andare incontro ai più deboli, ai bambini spaventati che si trovano a viaggiare senza nessuno che li accompagni, chiedendo a Maria di percorre il nostro cammino seguendo il suo esempio.
E come Giuseppe e Maria anche noi torniamo al tempio a presentare a Dio i nostri figli, salvati e salvezza allo stesso tempo.

Preghiamo:

Nel 1° mistero Preghiamo per tutti i bambini che vivono per strada di cui nessuno conosce il nome ed il numero, perché nel loro cammino incontrino persone pronte ad aiutarli anziché sfruttarli.

Nel 2° mistero Preghiamo per tutti coloro che operano negli istituti, perché siano di sostegno e di aiuto per i bambini in attesa di essere accolti in una famiglia.

Nel 3° mistero Preghiamo per tutte le coppie che hanno già fatto il loro primo viaggio per incontrare i loro figli, perché questo momento di attesa non sia sterile ma diventi momento di preghiera per poter godere la grande gioia di ampliare al più presto la propria famiglia.

Nel 4° mistero Preghiamo per i bimbi del Congo, che dopo aver assaporato la gioia di una famiglia sono tornati in istituto, perché non sentano mai di essere stati abbandonati dai loro genitori e soprattutto da Te.

Nel 5° mistero Preghiamo per tutte le famiglie adottive perché il loro esempio di apertura a diversità di colore e ad ogni tipo di diversità, con il Tuo aiuto possa insegnare al mondo che aprirsi all’altro è facile e bello e che è il pregiudizio a tenerci lontano dagli altri.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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