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Come si può restare sordi al grido di un bambino abbandonato?

lps-news1Gesù non vuole vedere soffrire né noi adulti né i bambini abbandonati. Per questo si avvicina a noi, ci parla. “Effatà”, ordina. “Apriti” all’accoglienza, non restare sordo e ancorato ai pregiudizi. Una famiglia non rimanga quindi chiusa tra le sue mura di casa, ma siatestimonianza di accoglienza ed esempio per tutti.


Con il mese di settembre, riprende la tradizione della recita comunitaria del Santo Rosario per tutti i bambini abbandonati del mondo da parte delle famiglie adottive e affidatarie delle associazioniAi.Bi. Amici dei Bambini e La Pietra Scartata, che si ritrovano il primo sabato di ogni mese per questo speciale momento di preghiera.

Per il mese di settembre, il commento e la preghiera che accompagnano il brano del Vangelo sono a cura dei coniugiNicoletta e Antonio Tagliabue, della comunità “La Pietra Scartata” della Lombardia.

 

Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

 

Commento

Ascoltiamo la voce dello Spirito che ci parla e ci chiede di parlare con franchezza e sincerità. Gesù non ama vederci soffrire e dunque si avvicina a noi, si affianca alle nostre difficoltà fisiche o spirituali. Ma questo miracolo va oltre ed ha un valore fondamentale, anche per le famiglie adottive e affidatarie.

A volte viviamo in un mondo isolato, fatto di preoccupazioni, di incontri veloci, di amici “lontani”. “Effatà!”… Apriamo le orecchie e il cuore all’ascolto dello Spirito che ci guida nelle realtà della nostra vita che, oggi, non è facile per le famiglie adottive e neppure per quelle che desiderano adottare o rendersi disponibili per un affido. Esprimiamo i nostri desideri, i nostri bisogni come coppia e come famiglia, ma non chiudiamoci tra le nostre mura di casa, non chiudiamo il nostro cuore alla voce dello Spirito. Una famiglia accogliente, adottiva o affidataria, è testimonianza, è esempio e arricchimento e aiuto per noi e per tutti. Non sempre però è facile!

Dedichiamo del tempo a restare e a parlare in famiglia, tra coniugi, tra genitori e figli, tra famiglie. Ascoltiamo ciò che l’altro ha da dirci senza avere pregiudizi o restando sordi. Solo così il sacrificio, la pazienza e l’umiltà ci porteranno alla gioia, si scioglierà il nodo del nostro cuore e parleremo correttamente il linguaggio dell’amore che si apre all’accoglienza.

 

Preghiamo

Nel primo mistero – Preghiamo per tutti i bambini che chiusi negli istituti portano nel cuore la speranza di un papà e di una mamma. Aiutali affinché  il loro desiderio non sia calpestato da ogni forma di burocrazia e violenza.

Nel secondo mistero – Preghiamo per tutte le coppie che vivono lo scoraggiamento dell’attesa perché possano ricevere luce e conforto nel figlio che è ormai parte di loro.

Nel terzo mistero – Preghiamo per i bambini e i ragazzi in affido. Concedi loro la gioia della famiglia che hanno ricevuto e dona loro forza e serenità e non la paura di un futuro incerto.

Nel quarto mistero – Preghiamo per i nostri Figli e per i giovani in difficoltà. A volte il loro cammino è faticoso e faticosa è la nostra parola. Fa che la tua Parola arrivi al loro cuore con la certezza di essere accolti ed amati. Concedi loro una strada sicura, diritta, praticabile, una strada che non si smarrisca tra il benessere e le difficoltà.

Nel quinto mistero – Preghiamo per Ai.Bi. e tutte le sue famiglie. Perché l’amore fraterno che ci ha unito con l’arrivo dei nostri Figli, ci porti ad amare anche gli altri con fiducia e sincerità.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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