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Dall’appello del Papa all’impegno di Ai.Bi.: l’accoglienza giusta per decine di giovani migranti

migranti-lps“Non restare a guardare!” Pochi giorni dopo la tragedia del 3 ottobre 2013, 366 migranti morti al largo di Lampedusa, Papa Francesco, nel corso del suo Angelus domenicale, richiama tutti all’impegno in favore di chi, fuggendo dalla guerra e dalla miseria, affronta quei viaggi della speranza che troppo spesso diventano viaggi della disperazione e della morte.


Amici dei Bambini, come da sua tradizione, non è rimasta a guardare. Rispondendo all’appello di Papa Francesco, ha avviato il progetto “Bambini in Alto Mare”, con lo scopo di garantire l’accoglienza giusta ai tanti minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste.

A parlarne, durante la prima giornata della XXIII Settimana delle Famiglie di Ai.Bi., a Gabicce Mare, è Dinah Caminiti, responsabile della sede siciliana di Amici dei Bambini e, da ottobre 2013, anche del progetto “Bambini in Alto Mare”.

Il suo ricordo va immediatamente agli 88 bambini e ragazzi soli che, nel corso di questi mesi, hanno riempito di voci, di lacrime e di sorrisi Casa Mosè, il Centro di Prima Accoglienza di Ai.Bi. a Messina. Di questi, ricorda Dinah, 7 hanno trovato il calore di una famiglia affidataria che si sta prendendo cura di loro.

Quasi tutti sono orfani o abbandonati, a volte venduti ai trafficanti di esseri umani, strappati alle loro mamme senza neppure averle potute salutare. “Questi ragazzi – racconta Dinah con evidente partecipazione emotiva hanno visto il male e l’indifferenza, hanno visto uccidere i loro amici, durante il viaggio vengono bastonati e tenuti al buio, senz’aria e senza mangiare per giorni, schiacciati l’uno sull’altro, come per vedere quanto siano in grado di resistere”. E se ti ribelli, muori. Drammatico il racconto, riportato dalla referente siciliana di Ai.Bi., di un ragazzo che ha visto uccidere e buttare a mare alcuni suoi compagni di viaggio solo perché questi, rimasti senz’aria, hanno chiesto ai trafficanti di uscire dallo scafo dell’imbarcazione in cui erano stati ammassati.

“Eppure – conclude Dinah Caminiti – questi ragazzi che noi accogliamo si fidano ancora della vita che fino a oggi li ha solo presi a pugni in faccia. Perché loro sono un inno alla vita. E ci insegnano ogni giorno di più ad amare il prossimo”.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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