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“Diventare persone nuove, capaci di essere luce, sale e lievito”: il ruolo dei cristiani nelle associazioni laicali secondo monsignor Interguglielmi

Untitled“Essere luce, sale e lievito”. È questo che, metaforicamente, devono diventare i laici cristiani in un mondo ormai lontano di Dio, ma di cui ha nostalgia e un disperato bisogno di ritrovarLo. A questa conclusione è arrivato monsignor Antonio Interguglielmi, direttore dell’ufficio per le Aggregazioni Laicali e le Confraternite della Diocesi di Roma, nella sua relazione “Il ruolo delle associazioni nella Chiesa di oggi”, presentata lunedì 22 agosto nel corso della XXV Settimana nazionale di formazione e studi per le famiglie Ai.Bi. che si sta svolgendo dal 21 al 25 agosto a Santa Marinella, in provincia di Roma. Un tema, quello dell’impegno associativo dei cristiani, che riveste un’importanza centrale nel quadro della tematica scelta quest’anno per la Settimana di formazione delle famiglie adottive e affidatarie di Amici dei Bambini: “Cercate piuttosto il regno di Dio e la Sua giustizia. Essere famiglie Ai.Bi. nell’anno della misericordia”.


Tracciando il quadro attuale dell’impegno delle associazioni laicali, monsignor Interguglielmi parte dagli aspetti sociali che stanno provocando l’allontanamento di tante persone dalla Chiesa e dai suoi principi. Su tutti, la perdita di un’identità collettiva, l’aumento del disagio e delle differenze sociali e il conseguente ampliamento delle sacche di emarginazione e povertà, lo sfilacciamento della coesione sociale.

In questo scenario, dunque, che ruolo stanno svolgendo i laici nelle aggregazioni laicali? Un ruolo determinante nell’evangelizzazione del mondo contemporaneo. E la fioritura delle nuove esperienze associative ne è il segno più evidente. La dimostrazione, per Interguglielmi, della diffusa consapevolezza di 3 aspetti: “il bisogno di portare avanti la riflessione sulla responsabilità dei battezzati nell’annuncio di Gesù”; il fatto che nella “crisi morale, economica e sociale”, sembri mancare “una voce forte e autorevole del laicato cattolico che sia coscienza critica alle istituzioni, al mondo politico, ai corpi intermedi”; e la necessità di “rilanciare la presenza dei cristiani per rispondere alla crisi antropologica con una proposta di un nuovo umanesimo”.

Fino a qui il ruolo e la potenziale ricchezza dell’apostolato laico. “Ma occorre non dimenticare – ricorda Interguglielmi – che, affinché questo ruolo sia opportunamente valorizzato, è fondamentale quello dei pastori. Soprattutto nel rinnovare costantemente “il desiderio di lavorare insieme per l’edificazione del Regno di Dio”. Una missione che comporta un lavoro impegnativo e faticoso, avverte Interguglielmi, citando le parole di papa Francesco: “avere il coraggio di sporcarsi le mani, di entrare in realtà che non ci appartengono o che non comprendiamo”. In questo contesto, i pastori hanno “il carisma specifico di saper rispettare e riconoscere i frutti, senza scandalizzarsi delle inevitabili imperfezioni”.

Le premesse, del resto, ci sarebbero. Il cardinale Vallini ha infatti recentemente affermato che “in questi decenni tanti cristiani laici hanno preso coscienza con entusiasmo e fiducia della loro vocazione e l’hanno sviluppata. Le associazioni e i movimenti, caratterizzati da forti identità, hanno prodotto e producono un grande bene alla comunità cristiana con la loro carica spirituale”.

A che cosa sono chiamati quindi oggi i laici? A fare quella sorta di “tirocinio spirituale e culturale costante” che, attraverso “percorsi formativi adeguati”, li porti a farsi “lievito” nel loro contesto sociale. “Qui è la vera sfida delle nuove aggregazioni – spiega monsignor Interguglielmi -: non possiamo operare dimenticando che avere cristiani adulti e quindi consapevoli e capaci è la base per costruire la comunione di intenti”. “L’amore e l’obbedienza alla Chiesa non si improvvisa – conclude -, né si può pretendere a priori, ma si forma con la riscoperta della fede. Questa è l’evangelizzazione che il nostro tempo richiede”. Vivere la comunità, rapporto con la Sacra Scrittura e riscoperta del valore salvifico dei Sentimenti: ecco i 3 aspetti fondamentali per diventare “persone nuove”, chiamate a “essere” prima ancora che a “fare”.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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