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Epifania: anche oggi un bambino abbandonato reclama il diritto ad essere figlio.

Si rinnova anche per il mese di gennaio la preziosa preghiera del Santo Rosario dedicata ai bambini abbandonati di tutto il mondo e alle famiglie adottive e affidatarie, una proposta delle famiglie della comunità La Pietra Scartata che per tale iniziativa si ritrovano il primo sabato di ogni mese coinvolgendo le proprie parrocchie, i gruppi e le comunità locali.

Con particolare riferimento alla spiritualità dell’accoglienza adottiva e affidataria, insieme a 5 intenzioni per la preghiera del Santo Rosario, viene offerto un breve commento al Vangelo proposto dalla liturgia per domenica 6 gennaio 2019 (Mt 2,1-12).

Il commento e le preghiere che accompagnano il brano del Vangelo di Matteo sono per il mese di gennaio curate dai coniugi Donatella e Adalberto Pacillo del Gruppo Famiglie della regione Campania.

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dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Commento

All’evento più atteso, tenero e straordinario della storia degli uomini anche la natura sembrò voler partecipare, indicando a tre sapienti persiani – adusi ad indagare e scrutare il cielo – la strada che portava alla culla del bambino Gesù, perché gli fosse attestata attraverso i doni simbolici dell’oro dell’incenso e della mirra la regalità, la divinità e l’umanità che racchiudeva in sé. Raccontano che al diffondersi della felice notizia della nascita del Redentore in molti – riconoscendolo come il Messia atteso – accorsero per adorarlo portando semplici doni: tra essi alcuni pastori giunti da lontano perché  avvertiti da un angelo del Signore di cercarlo nella città di David, avvolto in fasce ed adagiato in una mangiatoia. Ma l’accoglienza lieta di tanti si scontrò presto con la durezza di cuore dei potenti i cui occhi ottenebrati dalle lusinghe del mondo erano rivolti alle miserie caduche della terra e non al Cielo, che annunciava l’avvento di un Regno dello Spirito da essi confuso con quello umano di Cesare.

Anche oggi molti uomini, ripiegati su sé stessi e mossi da miopi mire di potere personale, barattano con false e mistificanti giustificazioni la dignità e i bisogni di altri uomini con il proprio tornaconto e la propria ambizione. Essi si privano in tal modo della bellezza racchiusa in un gesto di aiuto verso un proprio fratello che tende la mano per essere tratto fuori dalla propria disperante condizione. Sono i poveri, i vecchi, gli ammalati, i profughi che fuggono da guerre e carestie a tenderci le loro mani, sono i figli degli emarginati o i bambini abbandonati con i loro occhi intrisi di tristezza a reclamare il loro diritto ad una vita dignitosa e affettivamente piena: di tutti questi fratelli, ma in particolare dei più piccoli di essi, il neonato Gesù cresciuto e divenuto adulto ci avrebbe poi raccomandato di occuparci.

Preghiamo

Nel primo mistero gaudioso ricordiamo l’annunciazione dell’Angelo a Maria Santissima

Preghiamo perché nessun bambino debba vivere senza il calore e la guida di una famiglia che lo aiuti a crescere con la certezza di essere amato ed indirizzato verso valori saldi e positivi.

Nel secondo mistero gaudioso ricordiamo la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta

Preghiamo perché si diffonda lo spirito cristiano – che deve caratterizzare ogni uomo – dell’accoglienza e del soccorso dei più emarginati e – tra essi – dei bambini abbandonati.

Nel terzo mistero gaudioso ricordiamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme

Preghiamo perché i genitori che accolgono bambini nelle loro famiglie siano aiutati e sostenuti nel risanare storie e ferite profonde prodotte dall’abbandono.

Nel quarto mistero gaudioso ricordiamo Gesù che viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe

Preghiamo per i bambini che soffrono la fame e la malnutrizione non solo a causa di eventi naturali ma anche per la malvagità e l’egoismo degli uomini che combattono guerre sanguinose per rivalse e supremazie economiche, perché possano prevalere la ragionevolezza e la pace.

Nel quinto mistero gaudioso ricordiamo il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel Tempio

Preghiamo per gli operatori di pace e di giustizia che in tutto il mondo assistono con gravi rischi e fatica persone in difficoltà e bisognose del loro aiuto. In particolare preghiamo per quanti si prendono cura dell’infanzia.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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