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Famiglie adottive abbandonate dal governo: oltre ai danni la beffa.

petizione-vita_400x286Aumentano di giorno in giorno le adesioni alla petizione promossa dal CARE – che invitiamo a sostenere (clicca qui) – , così come si accumulano le interpellanze promosse da parlamentari che chiedono al Governo ragioni e soluzioni al danno e alla beffa della mancanza di provvedimenti politico-amministrativi e/o di risorse per il rimborso delle spese sostenute dalle famiglie adottive.


Dopo aver trascorso gli anni del Governo Renzi con una gestione della commissione per le adozioni internazionali (CAI) che nessuno rimpiangerà, visti i rilevanti e pesanti danni provocati a diversi livelli da una conduzione delle istituzioni che in tantissimi considerano non solo inedita, ma allucinante e dal profilo ambiguo, ora con il Governo Gentiloni e una tanto attesa nuova gestione della CAI, dobbiamo anche registrare l’imbarazzante annuncio della impossibilità di provvedere al rimborso delle spese sostenute dalle famiglie adottive dal 2012 ad oggi: unica categoria, quella dei genitori adottivi, ad essere stata progressivamente in questi ultimi anni dimenticata, danneggiata, beffata e discriminata.

La Commissione Adozioni Internazionali ha infatti pubblicato un sintetico comunicato con due notizie: insieme all’annuncio che entro la fine del 2017 verranno liquidati integralmente i rimborsi per le adozioni concluse nel 2011, è stato anche comunicato che per le famiglie con adozioni avvenute dal 2012 in poi, non esiste al momento alcun provvedimento che preveda rimborsi per le spese da loro sostenute. Il provvedimento assunto nel periodo di gestione della CAI affidato al ministro Giovanardi, prevedeva il rimborso delle spese adottive per chi aveva adottato negli anni 2010 e 2011; dopodiché pare che nessun altro provvedimento abbia previsto lo stanziamento esplicito di risorse per i rimborsi delle spese sostenute per adozione.

Sono 10mila i bambini adottati fra il 2012 e il 2015, più altri circa 2000 entrati nel 2016 (mancano ancora i dati ufficiali); diverse sono le reazioni da parte di chi rappresenta le famiglie adottive: «Numeri non da poco, che non solo alimentano malcontento e rabbia di chi ha accolto con l’adozione un bambino abbandonato» dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini, ma soprattutto una scelta politica che «inevitabilmente allontana sempre di più da questa meravigliosa forma di accoglienza. Coppie e famiglie non avendo più la certezza di un rimborso avranno molte più titubanze e difficoltà oggettive ed economiche nell’intraprendere l’iter adottivo. Urge un intervento del Governo, una conferenza Nazionale sull’adozione internazionale perché non si può lasciar morire così l’accoglienza dei minori abbandonati».

«La delusione è grande – commenta Paola Crestani presidente del CIAIperché ci si rende conto ancora una volta che alla politica le adozioni non interessano. Resta il fatto che non si sostengono le famiglie. Le adozioni internazionali non sono solo una forma di genitorialità, sono il garantire a un bambino il diritto di vivere in una famiglia, il valore più importante è questo e non viene valorizzato».

L’Italia “non è un paese per famiglie adottive” scrive Fabio Selini, padre adottivo che ha affidato a Facebook il suo sfogo ricordando i tanti che hanno acceso un mutuo o dilapidato il proprio Tfr per sostenere le spese adottive, ritenendo civile, morale o semplicemente dovuti gli impegni di uno Stato e delle sue istituzioni che possano ritenersi affidabili.

Insieme ai provvedimenti legislativi e amministrativi che auspichiamo immediati, alle risorse che attendiamo congrue e sufficienti, aspettiamo anche assoluta trasparenza nel governo della CAI e la conclusione di questa assurda stagione: occorre restituire fiducia alle famiglie adottive e ai coniugi che si rendono disponibili ad accogliere in adozione, una preziosa genitorialità da promuovere, accompagnare e sostenere.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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