“Lavoriamo insieme perché i bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, pieno di gioia e di speranza. #WorldChildrensDay”.
È questo il tweet lanciato da Papa Francesco sul suo account in nove lingue @Pontifex, nell’odierna Giornata mondiale dell’infanzia, stabilita dalle Nazioni Unite.
Mentre in occasione della Giornata, che ricorre ogni anno nell’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza risalente al 20 novembre 1989, l’Unicef pubblica uno studio/sondaggio da cui risulta che “ci sono 180 milioni di bambini che vivono in Paesi in cui le prospettive attuali sono peggiori rispetto a quelle che avevano i loro genitori”, in questa occasione ricordiamo anche gli altrettanti minori che nel mondo vivono orfani, abbandonati o fuori dalla propria famiglia: questi minori, in perenne crescita, attendono di poter vivere e crescere come figli in una famiglia.
Le famiglie de La Pietra Scartata, ormai prossime a compiere i primi dieci anni di presenza e impegno civile ed ecclesiale, culturale e spirituale, ribadiscono anche in questa occasione l’impegno a sviluppare itinerari destinati ad assicurare la dignità filiale a quanti vivono l’abbandono, accompagnando e sostenendo l’accoglienza familiare, in particolare quella vissuta con l’adozione o con l’affido, secondo il senso cristiano dell’accoglienza, nutrito dall’esperienza di fede ed approfondito con la ricerca e la riflessione teologica, attraverso la sensibilizzazione, la promozione e la formazione dei coniugi, delle famiglie e delle comunità locali all’affido e all’adozione, accompagnando su questi temi sia i fidanzati nel loro percorso di avvicinamento alla celebrazione del sacramento del matrimonio, sia i giovani coniugi nel loro approccio alle fecondità coniugali tramite la generazione procreatrice o quella adottiva.
L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.
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