Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Il dono della sapienza.

icona_tesoro_nel_campoLa Parola di Dio, in questa domenica, è una bellissima istruzione su un ‘dono’ importante, soprattutto per noi oggi: il dono della sapienza.


Ma … che cos’è la sapienza?

Non è una domanda facile e, per noi oggi, non è nemmeno una domanda tanto frequente.

Noi siamo più interessati, in questo mondo, soprattutto noi occidentali, alla scienza. Abbiamo fatto straordinari progressi nella scienza, e nella tecnica. E questi successi hanno trasformato la nostra vita. Non sapremmo nemmeno elencarli ed enumerarli tutti, tanto sono numerosi e incredibili, questi progressi. Eppure non è affatto scontato che al progresso della scienza corrisponda un progresso nella sapienza.

Basterebbe, forse, fare un solo piccolo esempio: in queste settimane, e in questi mesi, la stampa di tutto il mondo, ma soprattutto in Italia, ha parlato molto di un piccolo bambino, affetto da una malattia gravissima e rarissima, Charlie. Per lui, come per molti altri, piccoli e grandi, la scienza ha reso possibili interventi tecnici importanti, e molto costosi, ma quello che è più difficile e che davvero conta – in situazioni come queste – è la sapienza, la saggezza nel discernere, nel giudicare, nel decidere in modo buono, per lui, per la sua famiglia, per tutti coloro che se ne prendono cura, a cominciare dai medici e dagli specialisti in gran numero. Quel che è difficile, in casi come questo, è una decisione saggia.

Ecco, la Parola di Dio oggi ci istruisce sulla saggezza, la sapienza.

La prima cosa, la più fondamentale, per ben cominciare, è la preziosità della sapienza.

La prima lettura, dal primo libro dei Re, racconta di un sogno, fatto da Salomone, all’inizio del suo Regno. Il Signore appare in sogno a questo ragazzo e gli dice: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».

È una promessa, quella di Dio, impegnativa e straordinaria.

Anche se in contesti molto diversi, ricorda tante favole in cui una fata, o qualcosa del genere, appare ad un personaggio e gli promette di fare per lui tutto quello che vorrà. Il Re Mida, ad esempio, davanti a questa proposta, rispose: “fa che tutto quello che io tocco diventi oro!”. Sappiamo come andò la storia: dopo pochissimo tempo, il Re Mida domandò di far tornare tutto come prima.

Il desiderio, tanto comprensibile, di trasformare tutto in oro corrisponde bene al nostro desiderio di denaro, il desiderio della ricchezza: ci sembra che, se abbiamo i soldi, allora abbiamo tutto, allora possiamo comperare tutto e conquistare la felicità.

Quanti disastri nascono da questa illusoria trappola: corruzione, imbrogli, evasioni fiscali, furti, rapine, omicidi, ingiustizie … Quasi nessuno ne è esente: è una trappola molto diffusa!

Ecco, la domanda e la promessa di Dio a Salomone ha a che fare con la felicità. «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda» significa: chiedi a me di dare a te ciò che tu consideri più prezioso, per la tua vita, ciò da cui ti aspetti di vedere colmato ogni tuo desiderio, ogni tua umana aspirazione.

Che cosa ti sta a cuore, più di tutto, perché da questo ti aspetti che la tua vita sia compiuta, felice, beata?

La risposta di Salomone è straordinaria, bellissima. È una risposta molto saggia!

Questo giovanissimo re così risponde: “«io sono solo un ragazzo»». Sono tanto giovane. Ho il compito di governare un «popolo numeroso». Di fronte ad un impegno così gravoso e difficile, «non so come regolarmi»”.

È come se Salomone dicesse: so di non sapere.

È proprio questo la sapienza: è sapere di non sapere. Se uno si crede saggio, allora vuol dire che è stolto!

Salomone è ben consapevole del suo limite, della sua inesperienza, della sua debolezza. Perciò chiede al Signore il dono di «un cuore docile» e cioè la capacità di lasciarsi istruire da ciò che accade, dalle persone che incontra, dagli eventi della vita, per sapere riconoscere in tutto ciò, quello che il Signore gli domanda di compiere.

Questa è la domanda di Salomone: “donami – perché la sapienza è dono di Dio! – di saper governare in modo ‘giusto’. Per fare questo è necessario che io «sappia distinguere il bene dal male».

Ecco, questa è la sapienza: la virtù di distinguere, di discernere «il bene dal male», ciò che soltanto può darci la felicità da ciò che ci illude di renderci felici, proprio come le trappole, che promettono ciò che non possono donare!

Il Signore apprezza la domanda di Salomone.

Questo giovanissimo re non gli ha chiesto una lunga vita, né la ricchezza, né la vittoria sui suoi nemici: «hai domandato per te il discernimento nel giudicare». Ecco, gli dice il Signore: «Ti concedo un cuore saggio e intelligente». In fondo, già chiedendo la sapienza e confessando di non essere sapiente, Salomone aveva acquistato il dono della sapienza – aveva fatto come il primo passo verso di essa.

La sapienza è la vera intelligenza. È la capacità di giudicare e di scegliere con rettitudine, con lealtà, con giustizia, per sé e per gli altri.

La sapienza è la virtù di saper distinguere ciò che vale da ciò che luccica. È la virtù di sapersi decidere per ciò per cui vale la pena spendere e dedicare la propria vita.

È a questa domanda che risponde, di nuovo, il Vangelo. La Parola di Dio ci chiede di saper estrarre dal suo tesoro «cose nuove e cose antiche».

La parola, infatti, è sempre antica – quante volte l’abbiamo ascoltata! – e sempre nuova, perché ogni volta ci sorprende e ci rivela qualcosa di grande e di bello, se la ascoltiamo con l’animo fiducioso.

Ecco, la cosa antica e nuova che ci rivela il Vangelo di oggi, in particolare le due parabole di oggi, che sono un autentico tesoro e una splendida perla, è che la sapienza coincide con la fede.

La sapienza nasce dalla fede, è continuamente alimentata dalla fede, e cioè dalla decisione di fidarci e di affidare la nostra vita a ciò che conta davvero, a ciò che merita la nostra fiducia.

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto».

L’atto di Dio che entra nella storia per amore nostro, questo è il tesoro nascosto, così dice Gesù. Se un uomo scopre questo tesoro, allora ha scoperto ciò che conta, ciò che vale, ciò per cui vale la pena di affrontare ogni rischio. Infatti, dice Gesù, «pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo», il campo dove è nascosto il tesoro.

Questo atto di Dio che ci ama e si prende cura di noi è ciò che di più prezioso noi possiamo scoprire. Chi ne ha fatto l’esperienza, questi è saggio. Alla luce di questo «tesoro nascosto», allora, sa decidere che cosa prendere («il campo») e che cosa lasciare, fossero anche tutti i suoi averi.

Infatti questo tesoro nascosto è ciò che vale più di tutto, è ciò che gli dona la felicità, senza la quale tutti gli averi non contano nulla.

Così, in modo simile, anche la seconda parabola, che parla di «una perla» preziosa, «una perla di grande valore», ci invita a saper discernere nelle nostre scelte, distinguendo ciò che è «di grande valore», da ciò che è invece solo una imitazione, un falso, una contraffazione.

Allora impareremo a scegliere con sapienza e troveremo in questo la nostra felicità.

Su questa capacità di scegliere con sapienza, su questa virtù di affidarci saremo ‘giudicati’ alla fine. Ma saremo noi stessi a lasciarci giudicare «alla fine del mondo».

Affidiamoci al Signore, con fiducia.

Invochiamo da lui il dono della sapienza, per poter decidere con saggezza nel cammino della vita.

don Maurizio



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

Lascia un commento