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In ricordo di Laura: la sua vita per i bambini del Kosovo.

Il 12 novembre è l’anniversario della scomparsa della volontaria di Ai.Bi. Amici dei Bambini, Laura Scotti. Nata a Milano il 12 dicembre 1963, Laura era una comunicatrice, lavorava nell’Ufficio Stampa. Partì in Kosovo per andare incontro ai bambini, secondo le sue parole: «Ogni volta che i bambini ci vengono incontro, ci si rende conto che quello che facciamo è veramente importante. La paura comunque è reale. È altrettanto reale che non ci possiamo fermare davanti a questa paura…». Le parole di Laura toccano nel profondo il cuore di ogni uomo e donna solidali, svegliano le corde segrete della forza dell’accoglienza, poste in ogni essere umano. Nessuno escluso.

Era serissima nel suo lavoro, ma non perdeva occasione di scherzare e amava ritornare bambina con i bambini. Specie quelli che l’aspettavano, con gli occhi puntati al cielo, nei piccoli villaggi del Kosovo. A una di loro, scriveva: «Non essere triste… quella striscia rossa che vedi qualche volta, al tramonto, è una ciocca dei miei capelli».

Li portava sciolti sulle spalle, i suoi capelli rossi, anche quel maggio 1999 quando aveva varcato per la prima volta l’ingresso della sede nazionale di Ai.Bi. a Mezzano di San Giuliano Milanese. Per cambiare vita. Per «non morire vecchia», come disse a una vicina di pianerottolo.

Pubblicitaria di successo, era stanca di scrivere spot per auto, e cercava di dare senso al proprio talento. Non sapeva che nell’ufficio stampa di Ai.Bi., che lei diresse per sei mesi, sarebbe iniziato l’ultimo capitolo della sua vita, il più intenso, il più felice. Ebbe modo di scrivere anche questo, Laura, nel report della sua ultima missione: «E’ un lavoro che mi affascina e mi rende felice. L’ho detto anche ieri sera alla mamma che affettuosamente mi rimproverava per averle detto che non potrò recarmi a Milano nel fine settimana, come le avevo promesso.  Ma non potevo veramente rinunciare a questa missione. I bambini ci aspettano impazienti e quando ci vengono incontro gridando festosamente “Ai.Bi, Ai.Bi.!”, ci si rende conto che quello che stiamo facendo per essi è veramente importante».   In altre occasioni scrisse: «Mai mi sono sentita immersa nel mondo come da quando lavoro qui. Posso toccare la vita, la osservo da vicino, partecipo in piccolo del destino di qualcuno, dei bambini».

Non lo poteva certo immaginare, quanto grande sarebbe stato il suo contributo. Il destino aveva riservato per lei, 36enne milanese, la possibilità di scrivere un pezzo di storia nel cuore d’Europa. Senza darle troppo tempo: 189 giorni appena. Non lo sapeva, ma forse se lo sentiva. Ricorda il collega Mario Garitta: «Era una tipica milanese. Andava, veniva, era sempre di corsa! Mi ricordo le sue battute, come quel giorno in cui di fronte a decine di ricevute, fatte di carta velina, poggiate sul tavolo, ridendo disse:- Che divertimento sarebbe portare qui un ventilatore e sparpagliare al vento il lavoro di mesi!».

Il destino l’ha fatto con lei. Non per disperdere, ma per diffondere il suo contributo alla storia e alla pace.

A lei, Laura Scotti, sono oggi intitolate una scuola in Kosovo, a Grabovc, frequentata da centinaia di bambini e una Casa famiglia, a Gjakova, un’ora  e mezza da Pristina, che accoglie minori in difficoltà. Tutta la storia di Laura è custodita in quattro faldoni, conservati con cura nella biblioteca di Mezzano. Ogni anno, riprenderli in mano, provoca in chi la conobbe la stessa commozione. In chi invece non l’ha conosciuta, sfogliare il suo carteggio significa trovare la ragione profonda del proprio stesso lavoro.

Ai.Bi e tutti coloro che hanno conosciuto e ricordano Laura non se ne vogliono separare perché è importante custodire e fare memoria di lei e del suo impegno in modo che la sua storia possa essere condivisa, in un’epoca votata alla rincorsa di notizie incapaci di conservare la forza della ‘storia’. In Kosovo centinaia di persone, se non di più, sanno perfettamente chi è Laura Scotti e che cosa ha fatto per il loro paese.

Anche oggi, lunedì 12 novembre 2018, Laura viene ricordata con un momento di raccoglimento e di preghiera in tutte le sedi del movimento Ai.Bi., in Italia e nel mondo.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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