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“L’adozione è grazia per tutta la comunità”

ROSARIO-FAMIGLIAGiulia Busetto, per il numero del periodico “Gente Veneta” uscito il 20 dicembre 2014, ha raccolto le impressioni e le speranze di don Danilo Barlese, vicario episcopale del Patriarcato di Venezia per la Pastorale delle famiglie, sul rito della benedizione delle adozioni, da lui officiato per 14 famiglie venete domenica 14 dicembre. Di seguito riportiamo integralmente l’articolo con la sua testimonianza.


 

Il rito di benedizione delle adozioni, al quale ha personalmente dato il via, è un dono che riceve lui stesso dalle famiglie e dalla Chiesa. A detta di don Danilo Barlese, l’adozione è una grazia alla quale attingono non solo genitori e figli, ma l’intera comunità, sacerdote in primis. “Cosa provo a celebrare la prima benedizione aperta a tutte le famiglie adottive veneziane? È un regalo che ricevo io, ancor prima che un dono da porgere ai fedeli della nostra comunità”, assicura il vicario episcopale per la Pastorale e coordinatore dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare. “Il mio augurio è che possa trasformarsi in servizio da offrire in tutte le comunità parrocchiali. L’adozione deve porsi in rilievo nelle singole parrocchie per fari risuonare quel “sì” che va oltre il formalismo burocratico, provocando un passo avanti nell’attenzione all’istituzione della famiglia. La volontà è quella di creare una tradizione che accompagni con un segno diocesano i coniugi che accolgono la grazia dell’adozione. Essi costituiscono un’espressione importante della vita della Chiesa”.

Da una prospettiva liturgica, la cerimonia (suggerita da un rito della tradizione ortodossa) si differenzia dalla celebrazione d’origine perché adattata all’impianto sacramentale cattolico: “Ciò che accomuna entrambe le confessioni è l’intenzione: il conferire assoluta importanza all’adozione. La benedizione cattolica però – spiega Barlese – risente della sacralità del matrimonio, risponde allo stesso stile.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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