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L’autorità di fare miracoli

Dal vangelo di Marco (Mc 12, 27-28)


<< Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero:”Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?” >>.

Commento

<< Siamo una coppia che ha recentemente deciso di interrompere il percorso per un’adozione internazionale. La nostra decisione è maturata nel corso degli incontri con i Servizi Sociali della ASL: l’impressione è che ci sia stato un tentativo di scoraggiare i potenziali genitori adottivi. Ogni famiglia, ogni progetto adottivo, riteniamo sia una risorsa preziosa che arricchisce la società e come tale va accolta, accompagnata e assistita perchè possa esprimere al meglio tutto il proprio valore. Ci siamo invece trovati nella condizione di essere selezionati e giudicati>>.

Possono degli operatori sociali, dei magistrati, per quanto bravi, competenti, professionali, negare, oltre ad una autorizzazione, anche “l’autorità”, di compiere il miracolo della salvezza di un bambino abbandonato?

Ciascuno di noi ha scolpito nel proprio cuore il “potere” di amare chi sta attendendo un nostro gesto di accoglienza.

E’ questa la vocazione che viene affidata, in un modo del tutto particolare, a chi si è sposato nel nome di Gesù: far conoscere il volto di Dio Padre e Madre a chi è stato abbandonato da un padre e una madre.

Nella “logica” divina l’autorità di amare va ben oltre gli angusti confini di qualsiasi legge, regolamento, norma e non necessita, per essere esercitata di alcuna specifica “idoneità”, concessa da una apposita, ma pur sempre terrena autorità.

L’accoglienza di un minore abbandonato è un vero e concreto atto di giustizia, segno vivo e fecondo della misericordia del Padre, l’unico che può donare “l’autorità di farla”.

Preghiamo

Nel 1° mistero preghiamo per le coppie che scoraggiate, deluse, amareggiate decidono di rinunciare al loro “progetto adottivo” perchè possano, nella preghiera, ritrovare la forza e il coraggio, di ritentare, ritentare, ritentare;

Nel 2° mistero preghiamo per coloro che, per professione, hanno il compito e l’autorità di valutare la potenzialità di accoglienza delle coppie candidate all’adozione perchè sappiano accoglierle e accompagnarle piuttosto che selezionarle e giudicarle;

Nel 3° mistero preghiamo per le coppie sterili che non credono in un progetto adottivo perchè sappiano unire i loro cuori a chi, in qualche parte del mondo, sta, con ansia e trepidazione, attendendo “l’autorità” del loro amore;

Nel 4° mistero preghiamo per le autorità del nostro paese preposte alla gestione dell’adozione internazionale, perchè sappiano trovare le energie, la capacità, la volontà di mettersi al servizio dei minori abbandonati promuovendone, sempre e ovunque, la loro accoglienza da parte delle famiglie italiane;

Nel 5° mistero preghiamo per le piccole Channy e Channa, perchè, dopo tanti anni di attesa, si avveri anche per loro il miracolo dell’adozione.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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1 Commento

  • claudia
    Pubblicato 15 Marzo 2011 20:52 0Likes

    “Possono degli operatori sociali, dei magistrati, per quanto bravi, competenti, professionali, negare, oltre ad una autorizzazione, anche “l’autorità”, di compiere il miracolo della salvezza di un bambino abbandonato?”

    Sono una mamma adottiva, ritengo che magistrati, operatori ecc abbiano il dovere e per fortuna l’autorità di compiere il loro mestiere, perchè i bimbi che arrivano hanno subito già abbastanza e hanno il diritto di essere accolti nel migliore dei modi. Naturalmente, essendo uomini, purtroppo possono anche sbagliare. Inoltre non mi sento assolutamente una salvatrice, non ho salvato nessuno: ho, anzi abbiamo, desiderato e accolto un figlio.

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