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Mestre. Griffini (Ai.Bi.): “Anche il male dell’abbandono, alla sua maniera, prega e chiede di essere convertito: l’adozione lo trasforma in un meraviglioso dono”

griffini4“Il male continua a espandersi, perché c’è poco bene disposto a contrastarlo e a guardarlo in faccia. Anche il male, però, alla sua maniera, prega e chiede di essere convertito. È attorno a questa stupenda riflessione di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – il Servizio Missionari Giovani – che si svilupperà l’intervento che Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, terrà sabato 22 ottobre a Mestre nel corso del convegno “L’adozione di un figlio: tra atto di giustizia e atto di fede”. Il seminario, organizzato da Ai.Bi. e La Pietra Scartata, in collaborazione con l’ufficio per la Pastorale degli Sposi e della Famiglia del Patriarcato di Venezia, è inserito nel ciclo di eventi “L’adozione è una cosa meravigliosa”, una serie itinerante di iniziative ideate da Ai.Bi. per  riportare in tutta Italia la fiducia nell’adozione.


Con “L’adozione, il più grande atto di giustizia” – questo il titolo della sua relazione -, il presidente e fondatore di Amici dei Bambini tenterà di entrare nella profondità del “mistero” dell’adozione, mettendo in evidenza la sua sorprendente forza “redentrice”, capace di cambiare radicalmente il volto dell’abbandono. “L’adozione vista quindi come ‘luogo di amore’ – dice Griffini -, dove il destino di un bambino abbandonato viene accolto e fatto proprio dal sentimento di responsabilità di un adulto”.

Di fronte alla tragedia del male dell’abbandono, quindi, la responsabilità di ciascuno di noi viene chiamata in causa e attende una nostra risposta. Ci tocca dunque prendere una decisione: “Faccio finta di niente o guardo bene in faccia questo male?”

In un periodo in cui l’adozione internazionale è stata portata letteralmente allo sfascio per incapacità degli organi istituzionali a ciò preposti – non possiamo trascurare la paradossale situazione promossa dal Governo italiano che  resta colpevolmente inoperoso circa la cronica condizione in cui versa la CAI, purtroppo ancora “sequestrata”, benché la presidenza sia stata assunta dal ministro Boschi -, Griffini mette l’accento sul tremendo rischio di “trascinare a morte” l’adozione internazionale che “rappresenta l’ultima possibilità per ridare dignità di figlio a molti bambini abbandonati”.

Ecco perché, spiega il presidente di Ai.Bi., non può non essere “denunciato questo assurdo clima di odio scatenato da chi aveva invece il dovere istituzionale di creare, viceversa, la più ampia collaborazione fra tutte le realtà dell’accoglienza, dando così il via a una stagione di veleni che ha gettato le famiglie in un totale sconforto spingendo molte di loro alla perdita di ogni speranza”.

Da qui l’accorato appello che Griffini rivolgerà in modo particolare alle migliaia di coppie sterili: quello “a scoprire nel loro cuore la formidabile potenza di una forza del tutto speciale concessa dal Padre: la grazia della sterilità feconda.

Oltre a quello di Griffini, nel corso del convegno di succederanno altri interventi, tutti di particolare rilievo, dei relatori che via via prenderanno la parola. Introdotti dal coordinatore regionale di Ai.Bi. Veneto Massimo Cecchetti e moderati dal giornalista di “Famiglia Cristiana” Alberto Laggia, proporranno le loro riflessioni Giuseppe Salomoni per La Pietra Scartata (“Un atto di fede, per sempre”), l’assessore alla Coesione sociale e allo Sviluppo economico del Comune di Venezia Simone Venturini (“Il cammino per una  città più solidale”), il presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto Mario Balzan (“L’adozione oggi, tra difficoltà e prospettive future”), il vicario episcopale per la Pastorale della diocesi di Venezia don Danilo Barlese (“Scelta dell’adozione e dell’affido”) e i coniugi Elena e Marco Colucci (“L’adozione: un atto di giustizia per tutti”).

L’appuntamento è per le ore 16.30 nella sala San Marco del centro “Cardinale Urbani”, in via Visinoni 4, in località Zelarino (Mestre).



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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