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Molti gli aspiranti genitori adottivi, ma l’inefficienza del sistema rende sterile la loro fecondità.

Roma 22-9-2014 CEI Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana prolusione del Cardinale Presidente Angelo Bagnasco Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia e recensito la prolusione con cui il Card. Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio Permanente della Cei (Roma, 20-22 marzo cm); riteniamo opportuno qui di seguito riproporre fedelmente alcuni passaggi del suo intervento, in particolar quelli riconducibili ai temi “Giovani, lavoro, famiglia”, “Bambini e famiglia” e “Bambini e educazione”.

Giovani, lavoro, famiglia

Legata alla questione del lavoro, sta crescendo la preoccupazione per la continua decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 c’è stato il nuovo record negativo di 474.000 (- 2,4%), tenendo conto anche dei bambini nati da famiglie di immigrati, mentre l’età media risulta crescere in maniera sensibile. Esiste una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalità? Sempre più siamo convinti che – oltre al lavoro – sia urgente incidere su una  fiscalità più umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto “fattore famiglia” che le Associazioni – a partire dal Forum delle Associazioni Famigliari – propongono da anni. Un dato interessante riguarda le famiglie cosiddette numerose, cioè con quattro figli e oltre: in Italia sono 150.000, mentre quelle con almeno tre figli sono circa un milione. La comune testimonianza è che i figli rigenerano i genitori!

La bellezza e la necessità della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare l’istituto familiare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili in ragione delle peculiarità specifiche della famiglia, a partire dalla valenza educativa per i figli e dall’importanza vitale che la famiglia costituisce per il tessuto sociale. Veramente non si comprende, al di fuori di una visione ideologica, la costante e crescente azione per screditarla e presentarla come un modello superato o fra altri, tutti equivalenti.

Bambini e famiglia

A questo riguardo, non possiamo non dire una parola – sempre rispettosa, ma chiara e convinta – circa il diritto dei figli ad essere allevati da papà e mamma, nella differenza dei generi che, come l’esperienza universale testimonia, completa l’identità fisica e psichica del bambino. Diversamente, si nega ai minori un diritto umano basilare, garantito dalle Carte internazionali e riconosciuto da sempre nella storia umana. Tale diritto non può essere schiacciato dagli adulti, neppure in nome dei propri desideri. Essere genitore è una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo.

Una violenza discriminatoria viene esercitata anche verso le donne con la pratica della maternità surrogata, comunemente chiamata “utero in affitto”. In questo caso, avviene una duplice ingiustizia: innanzitutto è violata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), che recita: “Salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre”. Inoltre, sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri nascoste, anzi inesistenti, dopo essersi sottoposte – spinte per lo più dalla povertà – ad una nuova forma di colonialismo capitalistico: si commissiona un bambino, potendosi servire anche di elenchi – si fa fatica perfino a dirlo – di “cataloghi” che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del “prodotto” che – se non corrisponde – viene scartato. È questa la civiltà, è questo il progresso che si desidera raggiungere?

Spesso si sente dire che certe soluzioni sono auspicabili in rapporto alla triste realtà di tanti bambini senza famiglia in attesa di adozione. L’Italia è il secondo paese per numero di adozioni, dietro solamente agli Stati Uniti; ogni anno 10.000 famiglie chiedono di adottare un minore. Purtroppo, il tempo medio per l’adozione è di tre anni e tre mesi, con punte di cinque anni e mezzo! Bisogna prendere atto che le famiglie, che chiedono e attendono l’adozione in Italia sono una moltitudine, mentre l’inefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori che è un altro segno dell’anima del nostro popolo.

Bambini e educazione

Nell’orizzonte dei bambini – tanto più nel percorso pastorale del decennio sulla sfida educativa – non possiamo non richiamare l’attenzione di tutti – genitori e istituzioni – sulle ripetute parole del Santo Padre, che rivelano una preoccupazione grave. Non di rado accade, in alcuni Paesi europei, che, con motivazioni condivisibili, si trasmettano visioni e categorie che riguardano la cultura del gender, e si banalizza la sessualità umana ridotta ad un vestito da cambiare a piacimento: “Esiste una ecologia dell’uomo perché anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere” (Papa Francesco, Laudato sì, 155). “Mi domando – afferma ancora il Papa – se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Rischiamo di fare un passo indietro, la rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione” (Papa Francesco, Udienza generale, 15.4.2015). Il Papa denuncia quello che chiama “indottrinamento della teoria del gender”, per cui – dice – che “fare l’insegnamento nelle scuole su questa linea per cambiare la mentalità” è una inaccettabile “colonizzazione ideologica” (Conferenza stampa al ritorno dal viaggio in Georgia e Azerbaijan, 2.10.2016).



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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