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«Nella Chiesa quando uno si crede importante inizia la peste»

stadio-olimpicoScoppia un boato nello stadio quando il Papa scherza: “All’inizio credevo che Rinnovamento fosse scuola di samba”. Poi avverte: “Nella Chiesa quando uno si crede importante, inizia la peste”. Infine si inginocchia mentre, al termine del discorso, i fedeli pregano invocando su di lui la benedizione del Signore, come lo stesso Bergoglio aveva chiesto appena eletto, il 13 marzo del 2013 nel primo contatto con la folla dalla Loggia di San Pietro.


«Qui manca uno, forse il più importante: i nonni che sono l’assicurazione della nostra fede». Papa Francesco ha «spiazzato» con queste parole gli organizzatori della Convocazione del Rinnovamento nello Spirito (Rns), che avevano previsto solo quattro testimonianze per l’incontro di oggi allo stadio Olimpico: un sacerdote, un giovane, una coppia di sposi e una disabile.

«Gli anziani come il buon vino hanno la libertà dallo Spirito Santo», ha affermato il Papa ricordando la presentazione di Gesù al Tempio, dove venne accolto da due anziani, Simeone e la profetessa Anna. «Gli anziani che tante volte noi scartiamo sono – ha detto il Papa – la saggezza della Chiesa. E quella nonnina Anna ha canonizzato “le chiacchiere” perché invece di fare pettegolezzi andava da una parte all’altra a dire che era arrivato il Salvatore. Le nonne e i nonni sono la nostra saggezza e forza». «Il Signore – ha invocato Francesco – ci dia sempre anziani che ci diano la memoria e la saggezza della Chiesa, e il senso della gioia con cui Simeone e Anna salutavano le promesse da lontano».

«Vi ringrazio tantissimo per la vostra accoglienza. Sicuramente, qualcuno ha fatto sapere agli organizzatori che a me piace tanto questo canto: “Vive Gesù, il Signore”. Quando celebravo a Buenos Aires la santa messa con il Rinnovamento carismatico, cantavano questo canto con tanta gioia. Grazie! Mi sono sentito a casa! Ringrazio il Rinnovamento nello Spirito, l’International Catholic Charismatic Renewal service e la Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships per questo incontro con voi, che mi dà tanta gioia. Ringrazio anche per la presenza dei primi che hanno avuto una forte esperienza della potenza dello Spirito Santo. Voi, Rinnovamento carismatico, avete ricevuto un grande dono dal Signore: voi siete nati da una volontà dello Spirito Santo come una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa. Questa è la vostra definizione: una corrente di grazia».

«Il primo dono dello Spirito Santo qual è? – ha proseguito – Il dono di se stesso, che è amore e ti fa innamorare di Gesù. Questo amore cambia la vita, per questo si dice “nascere di nuovo alla vita nello Spirito”. Lo aveva detto Gesù a Nicodemo. Avete ricevuto il grande dono della diversità dei carismi, la diversità che porta lo Spirito Santo al servizio della Chiesa. Quando penso a voi mi viene la stessa immagine della Chiesa, ma in un modo particolare. Penso anche a una grande orchestra, dove ogni strumento e le voci sono diversi ma tutti necessari per l’armonia della musica. San Paolo ce lo dice. Come un’orchestra, nessuno nel Rinnovamento può pensare di essere più importante o grande dell’altro: per favore! Perché se qualcuno si crede più importante o grande, incomincia la peste. Nessuno può dire “io sono il capo”. Voi, come tutta la Chiesa, avete un solo capo: il Signore Gesù. Ripetete con me: chi è il capo del Rinnovamento? Il Signore Gesù!. E possiamo dirlo con la potenza che ci dà lo Spirito, perché nessuno può dire che Gesù è il Signore senza lo Spirito Santo».

«Come voi forse sapete – ha ammesso – perché le notizie corrono, nei primi anni del Rinnovamento carismatico a Buenos Aires io non amavo molto questi carismatici: e dicevo di loro “sembrano una scuola di samba”. Non condividevo il loro modo di pregare e le tante cose nuove che avvenivano nella Chiesa. Dopo ho cominciato a conoscerli e ho capito il bene che il Rinnovamento fa alla Chiesa. E questa storia, che va dal samba in avanti, finisce in un modo particolare: pochi mesi prima di partecipare al Conclave, sono stato nominato dalla Conferenza episcopale come assistente spirituale del Rinnovamento in Argentina».

«Il Rinnovamento carismatico – ha messo in evidenza Francesco – è una grande forza nel servizio dell’annuncio del Vangelo: avete scoperto l’amore di Dio per tutti i suoi figli e l’amore per la Parola. Nei primi tempi si diceva che voi portavate sempre con voi una Bibbia e un Nuovo Testamento: lo fate ancora oggi? Non ne sono tanto sicuro! Tornate a questo primo amore, portare sempre in tasca la Parola di Dio. Leggere un pezzetto, sempre la Parola di Dio. Voi, popolo di Dio e popolo del Rinnovamento, state attenti a non perdere la libertà che lo Spirito ci ha donato. Il pericolo, per il Rinnovamento, come spesso dice il nostro caro padre Raniero Cantalamessa, è quello dell’eccessiva organizzazione: ne avete bisogno, ma non perdete la grazia di lasciare a Dio di essere Dio. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare nello Spirito, rinunciando a calcolare tutto, e permettere che Egli ci illumini ci orienti dove desidera. Egli sa bene ciò che serve di più in ogni momento ed epoca».

«Un altro pericolo è quello di diventare “controllatori” della grazie di Dio – ha sottolineato il Papa. A volte i responsabili diventano forse, senza volerlo, amministratori della grazia decidendo chi può ricevere e chi non può. Se alcuni fanno così, vi prego di non farlo più! Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non “controllatori”. Non fate la “dogana” dello Spirito Santo. Nei documenti avete una guida e un percorso sicuro per non sbagliare il cammino: orientamento teologico e pastorale, ecumenismo, servizio all’uomo. Questo è un percorso: evangelizzazione, ecumenismo, cura dei poveri e accoglienza degli emarginati. E tutto questo sulla base dell’adorazione: il fondamento è adorare Dio. Mi hanno chiesto di dire al Rinnovamento cosa si aspetta il Papa da voi: la prima cosa è la conversione all’amore di Gesù, che cambia la vita e fa del cristiano un testimone dell’amore di Dio».

Ai mille sacerdoti chiede «vicinanza al popolo e a Dio». «Signore – ha pregato il Pontefice – guarda il tuo popolo in attesa dello Spirito Santo, guarda i giovani, guarda le famiglie, guarda i bambini, guarda gli ammalati, guarda i sacerdoti, i consacrati le consacrate guarda noi vescovi, guarda tutti, e concedi a noi quella santa ubriachezza, quella dello Spirito, quella che ci fa parlare tutte le lingue, le lingue della carità, sempre vicino ai fratelli e sorelle che hanno bisogno di noi. Insegnaci a non lottare fra di noi per avere un pezzo in più di potere, ad essere umili, ad amare più la Chiesa che il nostro partito, a ricevere lo Spirito, invia Signore il tuo Spirito su di noi».

«Gli sposi sono peccatori come tutti, ma vogliono andare avanti nell’amore con la sua fecondità. Vanno avanti nella fede con i figli». Papa Francesco ha risposto così alla testimonianza di una giovane sposa, che lo ha salutato a nome delle famiglie. «Preghiamo il Signore – ha detto – perché protegga la famiglia nella crisi con la quale il diavolo vuole distruggerla». «Le famiglie sono la chiesa domestica dove Gesù cresce nell’amore dei coniugi, nella vita dei figli. Per questo – ha spiegato Francesco – il nemico attacca tanto la famiglia. Il demonio non la vuole e cerca di distruggerla. E cerca che l’amore non sia lì».

Il Pontefice ha percorso a piedi un tratto del prato dello stadio Olimpico per raggiungere il palco, che è lo stesso del concerto tenuto ieri da Ligabue. Lo accompagnavano il presidente del Rns, Salvatore Martinez, e il reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza. Mentre alcuni delegati che erano ai lati del percorso lasciato per il Papa hanno potuto stringergli la mano, dagli spalti sono iniziate le ole e i canti, mentre molti gridavano: «Francesco!». Allora Martinez, nel breve saluto rivolto al Pontefice ha ricordato che Francesco desidera si scandisca il nome di «Gesù» e non il suo.

Lo stesso Martinez ha intonato in spagnolo il canto «Gesù, Signore» al quale si è unito anche Francesco. «Santo Padre – ha poi ripreso il presidente di RnS – è evidente che oggi qui non c’è la squadra della Roma né quella della Lazio, il nostro allenatore è lo Spirito Santo e il capitano è lei che ci suggerisce una strategia di gioco: se Gesù scende in campo si vince. E vincono tutti, i malati, per primi». «Lei – ha detto Martinez al Papa – ha mantenuto la parola, quando le abbiamo detto che dopo trentasei anni volevamo spostare da Rimini a Roma la nostra Convocazione e ci ha detto: “Io vengo”. Ma mantenere la parola per noi è stato chiedere un miracolo d’amore: milletrecento volontari hanno lavorato per allestire lo Stadio questa notte». Davanti alla gioia scoppiata nello Stadio a queste parole, Martinez ha poi commentato: «Il dono ci supera, Santo Padre. Ma il dono grande è l’unità che sarà il segno della nostra credibilità. Siamo nati con Paolo VI, cresciuti e maturati con Giovanni Paolo II e ora siamo con lei. La Pentecoste non è un numero rosso sul calendario. Questo è un cenacolo a cielo aperto. Preghi per noi e su di noi».

Sul prato, ci sono diversi cardinali (tra i quali Comastri, Vallini, De Giorgi e Rylko) e vescovi (tra i quali Gaenswein, Fisichella e D’Ercole). «A voi sacerdoti», raccomanda Papa Bergoglio, «mi viene di dire una sola parola: vicinanza. Vicinanza a Gesù Cristo nella preghiera e nell’adorazione. Vicini al Signore, e vicinanza alla gente, al popolo di Dio che è stato affidato a voi».

Infine l’appello: «Cercate l’unità del Rinnovamento, unità che viene dalla Trinità, e aspetto tutti voi carismatici del mondo per celebrare insieme al Papa il vostro grande giubileo, alla Pentecoste del 2017, nella piazza di San Pietro». Un richiamo ai fondamenti del movimento, tracciati «dal cardinale Suenens, un grande del Concilio, e dal vescovo Helder Camara».

Fonte: (Vaticaninsider.it)
Articolo di: GIACOMO GALEAZZI



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