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Non riusciamo ad avere figli: sarà questa la volontà di Dio?

Buongiorno,


siamo sposati da pochi anni. Prima del matrimonio ho informato mia moglie di essere sterile a causa di un varicocele sorto fin dall’ adolescenza e trascurato per anni. Abbiamo tentato tutte le cure mediche che ci ha suggerito l’andrologo, purtroppo senza esito. Da tanto tempo sto cercando di capire se è volontà di Dio far diventare mia moglie ed io genitori. Ci siamo spinti contro noi stessi pur di riuscire ad avere un figlio, che desideriamo ardentemente. Ad ogni cura eseguita, c’è stato sempre qualcosa che non è andato nel verso giusto, ci sono stati sempre ostacoli e impedimenti. Abbiamo intrapreso anche un cammino spirituale cercando di affidarci a Dio. A Lui abbiamo chiesto di concederci questa grazia, o almeno di farci capire se la nostra sterilità è la Sua Volontà, il Suo progetto su di noi. Aiutatemi a capire: l’uomo può cercare di realizzare i suoi sogni, anche se questi non corrispondono alla volontà di Dio? A che serve spingersi oltre il proprio limite, se la volontà di Dio è quella di farci rimanere come coppia anziché progredire come genitori?

Cordiali saluti,

Stefano

 

FOGLIAZZAGentile Stefano,

il cammino personale e coniugale da Lei descritto non rappresenta una novità: questo nulla toglie alle personali intime questioni poste, ma le colloca in comunione con il cammino di molte altre persone che hanno riscontrato la sterilità, incontrato il suo subdolo volto, ipotizzato una distanza tra il proprio desiderio di un figlio e la “volontà di Dio”, interrogato Dio sul proprio progetto matrimoniale e spesso scoperto il senso fecondo della propria sterilità.

La prova della sterilità è diversamente vissuta e affrontata. Lei, Stefano, insieme a sua moglie, ha compiuto passi importanti. Ci sono persone che rinunciano alla fecondità a fronte della infertilità fisiologica, altri affrontano la condizione attraverso il ricorso alle potenzialità della medicina, talvolta sfiorando l’accanimento terapeutico. Alcuni hanno la benedizione di iscrivere la propria prova nella trama di un’autentica esperienza spirituale: interrogando Dio, pronti ad accogliere col discernimento della propria libera volontà il disegno di Dio che viene a dischiudersi nella storia.

Dio non è l’antagonista nella nostra storia, piuttosto è Colui che riesce a starci accanto in qualsiasi condizione veniamo a trovarci, pronto ad indicare una possibile strada, da noi liberamente percorribile, per restare in comunione con Lui. Dio non rende sterili o fertili secondo un oscuro disegno, ma indica ad ognuno come e perché vivere in quelle condizioni. Oltre alla ricerca di una soluzione alla sterilità col legittimo ricorso alla medicina, non appare purtroppo ancora evidente come l’accoglienza adottiva sia espressione compiuta della fecondità coniugale. Generare non è infatti solo procreare e la generatività di una coppia, più che una semplice azione riproduttiva, diviene possibile e plausibile anche per tramite dell’accoglienza adottiva.

Spesso l’opzione adottiva si dischiude per le coppie sterili per via residuale ovvero solo dopo aver esperito senza esito positivo altre strade offerte dalla procreazione medicalmente assistita, ma la sua potenziale fecondità è iscritta nella storia della relazione della coppia stessa: la fecondità della propria sterilità è infatti sempre rinvenibile e accessibile anche se non automaticamente o meccanicamente, ovvero senza aver deciso di impegnare liberamente e sino in fondo la propria vita e la propria relazione di coppia.

La risposta alle diffuse domande con cui ogni coppia sterile deve sapersi confrontare (la prova della sterilità per una coppia è la smentita della sua fecondità? È la fine del desiderio del figlio ed è la fine della relazione?) non è scontata e può avere esiti molto diversi. La scelta dell’adozione costituisce una forma privilegiata di risposta alla prova della sterilità. Nella decisione di adottare, la sterilità diventa feconda e consente di riscoprire la grazia della sterilità, oltre la prova: l’adozione è il possibile dono, al di là della sterilità. Per scoprire come l’adozione possa essere vocazione nella sterilità e risposta all’abbandono, può leggere  il testo curato dal presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini dal titolo “Sterilità feconda: un cammino di grazia” (Ancora edizione) acquistabile on line sul nostro sito Aibishop.

Cari saluti,

Gianmario Fogliazza

Centro studi teologici di Ai.Bi. 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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