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Pane di vita, fame d’Amore

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv. 6, 26-27.33-35)
Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo […] il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.


COMMENTO
Quante volte recitiamo nelle nostre preghiere “dacci oggi il nostro pane quotidiano”? Forse anche più volte in un solo giorno. Cosa chiediamo? Anche un pane che ci sazi sulla tavola. Giustamente: il cibo ci rigenera ogni giorno, attraverso il cibo il Creatore ci ricrea, ci dona vita.

Da Lui ogni vita trae nutrimento. Ma è ben altro il cibo di vera vita, di vita eterna. È l’Amore di Dio Padre. Il Pane che Egli ci dona scende dal cielo; è il Cristo stesso, il suo corpo e il suo sangue. Nell’Eucaristia, nel corpo di Gesù a noi donato troviamo ciò che mai finirà; lo troviamo quotidianamente nell’amore di chi più ci ama, nell’amore dei nostri genitori, dei nostri mariti e mogli, nell’amore dei nostri figli.

Quante volte abbiamo provato anche un senso di sazietà per questo speciale cibo! Negli occhi del marito, nelle cure della moglie, nel sorriso del figlio, nella carezza della mamma: un amore senza limiti, eterno segno dell’Amore del Padre per ognuno di noi. Più gustiamo questo cibo e più ne siamo golosi e facciamo di tutto per non rimanerne mai senza, anzi, per averne sempre di più. Ma l’Amore Infinito come può essere contenuto all’interno della nostra mensa se è così sovrabbondante?

Come possiamo non accorgerci di coloro che, come noi, hanno veramente fame di vita vera? Come possiamo non accorgerci di quel ragazzo in comunità educativa che, privato del nutrimento che può essere donato solo da un padre e da una madre e a loro restituito, muore giorno dopo giorno… inevitabilmente…? “Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna” dice il Signore. Noi che abbiamo provato sazietà nell’essere figli e nell’essere genitori, diamoci da fare perché nessun figlio muoia mai più di fame d’Amore.

Preghiamo:

Nel 1° mistero contemplando l’annuncio dell’Angelo a Maria, preghiamo perché sempre più famiglie si sentano chiamate all’accoglienza di un bambino nella consapevolezza di trovare in essa, e di donare attraverso di essa, pane di vita vera;

Nel 2° mistero contemplando la visita di Maria Vergine ad Elisabetta, preghiamo perché le famiglie affidatarie e adottive siano segno dell’Amore del Padre, dandosi da fare per tutti i bambini ancora privi di famiglia;

Nel 3° mistero contemplando la nascita di Gesù a Betlemme, preghiamo per tutti i bambini in affido, in comunità educativa e in istituto, perché possano al più presto rinascere a vera vita in una loro famiglia, certa e definitiva;

Nel 4° mistero contemplando la presentazione di Gesù al Tempio, preghiamo per tutti i genitori dei bambini fuori famiglia perché possano comprendere che generare un figlio significa anche fargli promesse di vita;

Nel 5° mistero contemplando Gesù fra i Dottori del Tempio, preghiamo per tutti gli operatori sociali cui è stata assegnata la responsabilità per i bambini oggi in affido familiare, in comunità educativa e in istituto perché possano comprendere dall’ascolto dei bambini stessi che il loro futuro è più importante dei legami con il passato.

Il Rosario di questo mese è stato realizzato da Cristina Riccardi.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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