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Papa Francesco: “Lasciamoci interpellare dai bambini che non vengono fatti nascere ,da quelli che piangono perché nessuno sazia la loro fame, da quelli che non tengono in mano giocattoli, ma armi”

papa7Il Bambino che nasce ci interpella: ci chiama a lasciare le illusioni dell’effimero per andare all’essenziale, a rinunciare alle nostre insaziabili pretese”. Lo fa attraverso gli occhi e i volti di quei neonati che non sono “adagiati in una culla”, ma giacciono nelle “mangiatoie di dignità”: come i bambini di Aleppo o i piccoli migranti. Ci sono stati i bambini al centro dell’omelia della Messa solenne di Natale celebrata da papa Francesco nella Basilica di San Pietro. Il pensiero del Santo Padre è andato in particolare a tutti i piccoli che soffrono a causa dei conflitti e che ricordano più da vicino l’immagine di Gesù Bambino.


Dio appare nella povertà di una stalla, non nei fasti dell’apparenza – ha spiegato il Pontefice -: non nel potere, ma in una piccolezza che sorprende. E per incontrarlo bisogna andare lì dove Egli sta: occorre chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli”. Concretamente, ha raccomandato Bergoglio, è necessario liberare il Natale dalla mondanità che lo ha preso in ostaggio”: e per farlo serve concentrarsi soprattutto sui milioni di bambini che soffrono.

Nel mondo di oggi, infatti, in Natale porta con sé anche “un sapore di tristezza”, perché “l’amore non è accolto, la vita viene scartata”. Proprio come accadde più di 2mila anni fa a Giuseppe e Maria che trovarono le porte chiuse e dovettero porre Gesù in una mangiatoia. “Per loro non c’era posto nell’alloggio – ha ricordato il Papa -. Gesù nacque rifiutato da alcuni e nell’indifferenza dei più. Una situazione che, a oltre 2 millenni di distanza, si ripresenta ogni giorno. “Anche oggi ci può essere la stessa indifferenza – ha sottolineato infatti il Santo Padre -, quando Natale diventa una festa i cui protagonisti siamo noi, anziché Lui: quando ci affanniamo per i regali e restiamo insensibili a chi è emarginato.

Parole che richiamano subito alla mente tutte le situazioni di abbandono, di scarto, di sofferenza dei bambini del nostro tempo. Il pensiero di Bergoglio è andato dunque a quei “bambini che, oggi, non sono adagiati in una culla e accarezzati dall’affetto di una madre e di un padre, ma giacciono nella squallide ‘mangiatoie di dignità’”, l’immagine con cui il Papa ha voluto metaforicamente definire tutte le situazioni di ingiustizia subite dai più piccoli. Il riferimento è ai bambini costretti a rifugiarsi nei sotterranei per scampare ai bombardamenti, come avviene ogni giorno in Siria, o che si trovano sul marciapiede di una grande città o ancora sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti. “Lasciamoci interpellare dai bambini che non vengono fatti nascere – è stato l’appello del Pontefice -, da quelli che piangono perché nessuno sazia la loro fame, da quelli che non tengono in mano giocattoli, ma armi”.

Nella sua omelia di Natale, però, il Papa non ha dimenticato che la nascita di Gesù “ha soprattutto un sapore di speranza perché, nonostante le tenebre, la luce di Dio risplende”. Quella stessa luce che anche noi, accogliendo l’appello di papa Francesco, possiamo contribuire a rafforzare: aiutando i bambini siriani, i piccoli migranti e i tanti  bambini abbandonati a ritrovare quel “sapore di speranza”.

Fonti: Rai News, Fanpage



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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