Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Parola fine su un triennio confuso per le coppie più accoglienti d’Europa?

sede-caiL’attività della Commissione per le Adozioni Internazionali risulta “sospesa” dal 2014 poiché assorbita e sostituita da un’inedita gestione monocratica. Nel corso della prima e formale riunione di insediamento, la Commissione è stata sospesa e da allora mai più riconvocata, con buona pace del rispetto della legalità e della trasparenza, una situazione protetta da un imbarazzante disinteresse e incredibile silenzio, omissivo se non omertoso, del Governo e delle Istituzioni, pur ripetutamente sollecitate da numerose iniziative personali di deputati e senatori.


Tutto questo ha avuto conseguenze molto pesanti sull’intero e positivo sistema italiano delle adozioni internazionali: la tutela dei fondamentali diritti dei bambini abbandonati, degli aspiranti genitori adottivi, dei bambini adottati e delle loro famiglie è rimasta esposta ad una poco chiara e traumatica stagione che finalmente pare essere giunta al capolinea, tra interessi politici e personali che hanno messo in secondo ordine il servizio alle famiglie, il rispetto della legalità trasparente, boicottando la collegialità della Commissione con la strumentale motivazione di voler far pulizia in un sistema che si è voluto appositamente rappresentare come disonesto e “trafficante” senza peraltro mostrarne le ragioni.

moia-lucianoTorna sull’argomento Luciano Moia nell’articolo “Parola fine su un triennio confuso per le coppie più accoglienti d’Europa” pubblicato il 21 aprile u.s. su Avvenire, che volentieri qui di seguito riportiamo.

Negli ultimi due decenni l’Italia è risultato il primo Paese d’Europa per numero di adozioni internazionali. Nel mondo, solo gli Stati Uniti si sono dimostrati più accoglienti di noi. Nonostante i costi elevati a carico delle famiglie e la complessità delle procedure, le adozioni sono aumentate fino al 2010, quando le famiglie italiane sono arrivate ad adottare quasi 5mila bambini in un anno.

Poi la progressiva diminuzione, complice da una parte la crisi economica, i mutati atteggiamenti di molti dei Paesi di provenienza, e – almeno in parte – la battuta d’arresto nel funzionamento della Commissione adozioni internazionali in coincidenza con la nomina alla vicepresidenza, il 13 febbraio 2014, del magistrato Silvia Della Monica.

Come è noto, e come abbiamo scritto più volte, l’attività della Cai nell’ultimo triennio si è di fatto azzerata. La commissione non si è mai riunita, tranne una formale riunione di insediamento nel giugno 2014.

Eppure, secondo quanto stabilito dalla legge, si tratta di un organo collegiale con compiti ben precisi, in cui le decisione del presidente o del suo vice, devono essere ratificate collegialmente. Questo in tre anni non è mai avvenuto. Come non sono più stati pubblicati i report sulle adozioni, non sono stati più erogati alle famiglie adottive i contributi previsti dalla legge, è stata sospesa la linea telefonica dedicata alle famiglie e tanto altro ancora.

La mancata convocazione della Commissione ha avuto conseguenze molto gravi sull’intero sistema delle adozioni internazionali. L’organismo ha il compito fondamentale di sovraintendere sull’operato degli enti accreditati – nel nostro Paese sono 65, troppi, quasi il doppio rispetto agli Usa – controllando la regolarità delle adozioni, ma anche collaborando con le autorità dei Paesi di provenienza. Non solo, per avviare nuove adozioni e per offrire quindi più ampie possibilità alle famiglie che desiderano aprirsi all’accoglienza, la Cai deve promuovere d’intesa con il ministro degli Esteri nuove convenzioni con i Paesi esteri.

Ma se la Commissione non si riunisce, non può svolgere nessuna di queste funzioni e quindi la tutela dei fondamentali diritti dei bambini adottati e delle loro famiglie è ad alto rischio.

Difficoltosi, e in parte ancora tutti da chiarire, anche i rapporti tra la vicepresidenza uscente e alcuni degli enti accreditati con accuse pesantissime, anche penalmente rilevanti, che attendono però ancora di essere formalizzate. Nel mirino in particolare Ai.Bi. (Associazione amici dei bambini), il maggiore ente italiano, di ispirazione cattolica, responsabile secondo una ben orchestrata campagna di stampa condotta da un settimanale, di “rubare bambini in Congo”.

Contro Ai.Bi. è stata avviata un’indagine amministrativa che però non è stata in grado di accertare alcuna irregolarità e, dopo alcuni mesi, è stata chiusa. Per quanto riguarda le altre accuse si è ancora in attesa dell’apertura di un’indagine formale.

Fonte: Avvenire



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

Lascia un commento