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Perché proprio noi dovremmo adottare un bambino?

Questo mese la riflessione viene proposta da Renata e Giovanni Solfrizzi


Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 46; 48-51)

Natanaèle esclamò: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. … Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.

Commento

La storia di un’adozione o di un affido, la storia di un’accoglienza, è storia di incontri.
Prima con i servizi, i giudici, gli operatori degli enti autorizzati, gli operatori all’estero, poi con i bambini abbandonati, i figli ai quali diamo una famiglia o che, almeno, con la nostra famiglia faranno un po’ di strada.

Ma questo cammino, se lo facciamo davvero fino in fondo, è anche un incontro con noi stessi, con il nostro coniuge e con Gesù. E lungo quel cammino, prima o poi, ci sentiamo un po’ Natanaèle e come lui reagiamo, al primo impatto: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”.
Spesso – è questo il percorso di molti genitori adottivi – ci sentiamo incapaci, inutili, inadeguati: per questo la reazione di fronte alla chiamata è l’incredulità, lo scetticismo, la negazione: proprio noi dovremmo essere una risorsa utile e feconda per un bambino abbandonato?
Dio non ci costringe, ma con le parole di Filippo “Vieni e vedi”, ci invita a non fermarci, a proseguire senza avere paura.

La strada non è facile, tutt’altro: ma solo quando comprendiamo che Lui già ci conosce, che siamo parte del suo disegno, solo allora possiamo davvero lasciarci andare nelle Sue mani, affidarci completamente.
E da quel momento, davvero, la nostra vita non sarà più come prima, per sempre, e vedremo “il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.

Preghiamo:
Nel 1° mistero preghiamo per le coppie sterili o che sentono di aver già realizzato la propria vocazione familiare: perché la luce di Gesù nel mondo li aiuti a scoprire che anche da loro può venire qualcosa di buono.

Nel 2° mistero preghiamo per tutti coloro che hanno responsabilità nel percorso adottivo e affidatario: perché il Signore dia loro la saggezza e l’intelligenza di consentire a tutte le coppie disponibili di “venire e vedere”.

Nel 3° mistero preghiamo per tutti i bambini abbandonati del mondo: perché la luce di Gesù bambino apparso al mondo sia il faro inesauribile della loro speranza di salvezza.

Nel 4° mistero preghiamo per tutte le famiglie adottive e affidatarie: perché sappiano offrire la loro esperienza nell’accompagnamento di nuove risorse sulla strada dell’accoglienza.

Nel 5° mistero preghiamo per tutti i figli salvati dall’abbandono: perché siano testimonianza viva e feconda del disegno di salvezza che Dio offre a ciascuno di noi.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

1 Commento

  • paola
    Pubblicato 8 Agosto 2013 11:08 0Likes

    ringrazio il Signore per le parole di questa pagina, condivido pienamente paure e dubbi sulle mie capacità, mi ha chiamato ad un affido madre bambino, sono sola in questo, come single, ho già esperienze del genere e so che nonostante me il Signore ha fatto cose grandi per le persone incontrate prima, questa è la prima volta istituzionale e senza la rete familiare che avevo intorno ed a sostegno in precedenza, mia sorella è lontana centinaia di chilometri così anche mio fratello, mia madre è in cielo, tutti gli amici, i fratelli, anche il presbitero, di comunità di oggi a differenza di quelli del passato non sono favorevoli a questo percorso, a differenza degli operatori incontrati, psicologi ed assistenti sociali.
    Durante il corso, fatto presso il comune ho sentito che anche gli altri affidatari o adottanti si erano scontrati con questa mentalità, la mia famiglia ha sempre vissuto pienamente l’accoglienza dell’altro in tutte le sue forme e per me è inconcepibile fare altrimenti, pur non essendo ricchi, ma decisamente poveri, grazie alla provvidenza, nella nostra vita anche noi siamo stati accolti in momenti di disagio e da chi aveva poco e non da chi era più ovvio.
    In questo percorso il rosario mi è di sostegno, Maria è l’unica che mi da forza ed ora anche voi grazie a Lui.

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