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Salima, avrei voluto catturare la luna per te

– i figli dimenticati sono nostri figli –


Ci sono bambini dimenticati da tutti. Bambini di cui nessuno parla perché neppure se ne conosce l’esistenza, lunga o brevissima. Piccoli il cui volto, i sorrisi, le lacrime, non importano a nessuno. Non ci sarà una foto a ricordarli, non ci saranno parenti a piangerli quando se ne vanno, neppure un fiore, un biglietto, una riga, un nome per dire che la loro esistenza non è stata inutile. Per rammentare che sono importanti, anche se il mondo non si è accorto di loro. Per noi questi sono bimbi da prima pagina, le loro storie contano più di premier e presidenti, più di attori o personaggi tv. Vorremmo tappezzarne le strade e i giornali, vorremmo ripeterne ad alta voce il nome, giorno dopo giorno, in un lungo rosario di vite perdute eppure indimenticabili. Salima non è figlia di nessuno. Salima è mia, tua, nostra figlia.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,24)
Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.

COMMENTO
“Salima è mia figlia.”
“E chi lo dice?”
“Nessuno, anzi, lo dico io.”
“Beh, ti pare sufficiente? Chi sei tu per affermarlo?”
“Ribadisco: nessuno, anzi, sono qualcuno, sono la mamma di Salima. Sono la mamma di tutti quei figli e, se non ci credi, sta a te dimostrare il contrario.” “Bene, diciamo che sei la mamma di Salima… allora spiegami perché non c’eri? Dov’eri?” “Hai ragione. Avrei dovuto esserle accanto, avrei dovuto consolarla nelle lunghe e dolorose notti, avrei dovuto accoglierla nel mio abbraccio, avrei dovuto giocare con lei, avrei dovuto cucinarle il suo piatto preferito, avrei dovuto coccolarla, avrei dovuto guardarla, avrei dovuto aiutarla a sostenere il peso della sua meravigliosa testolina, avrei dovuto insegnarle a catturare la luna, avrei dovuto accarezzarle il viso, avrei dovuto baciarle la fronte, avrei dovuto inondarla di larghi sorrisi, avrei dovuto dissetarla, avrei dovuto tenere la sua manina nella mia, avrei dovuto stringerla a me, avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto… avrei voluto… ma non ho potuto: perdonami, figlia mia.”
“Salima, perdonali perché non sanno quello che fanno…”

10/12/2004 – 15/04/2013 Salima, affetta da idrocefalia, muore sola, abbandonata e figlia di nessuno, in un istituto marocchino.

Mi riconoscerai… ci riconosceremo,

Valentina, tua mamma

Preghiamo:
Le preghiere per questo Santo Rosario sono proposte da Alida e Alfredo Brambilla.

Nel 1° mistero Preghiamo per le donne sole, disperate, abbandonate, che non sanno o non possono scegliere di custodire la vita, affinché incontrino la misericordia del Signore attraverso gesti di amore e di accoglienza.

Nel 2° mistero Preghiamo per tutti i bambini soli, abbandonati, non amati: il loro muto grido di dolore, che giunge agli orecchi del Padre, possa rompere il muro dell’indifferenza e dell’ignoranza e scuotere le coscienze di molti.

Nel 3° mistero Preghiamo per coloro che “non sanno quello che fanno”, generando dolore, sofferenza e morte, e per le vittime, deboli ed indifese, delle loro azioni.

Nel 4° mistero Preghiamo per tutti i bambini ammalati e ospitati negli istituti, perché trovino almeno il conforto di un cuore misericordioso e la carezza di una mano amica. Raccomandiamo al Signore “quelli che ce l’hanno fatta” e sono testimoni della bellezza dell’essere figlio desiderato ed amato.

Nel 5° mistero La radice di ogni male spirituale sta nella non accoglienza dell’Amore: preghiamo per i milioni di bambini che non conoscono l’amore di un padre e di una madre, e per quelli che ancora non lo riconoscono, affinché siano accompagnati con fiducia e pazienza nel lungo e faticoso cammino di accoglienza di un amore e di una tenerezza per troppo tempo sconosciuti e negati.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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