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San Giovanni Rotondo. Don Paolo Gentili: “Ridestiamoci all’accoglienza del figlio come dono”

don-paoloI lavori del convegno dedicato dalla CEI alle tematiche dell’adozione e dell’affido sono stati introdotti dagli interventi di Don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia, e dai suoi collaboratori Giulia e Tommaso Cioncolini, i quali hanno evidenziato la rilevanza della dimensione generativa della vita e la necessità di una sua adeguata comprensione: non si tratta di una riflessione solo teorica, ma esprime l’esigenza di una comunità cristiana che decisamente deve essere riattivata sui temi dell’accoglienza adottiva e affidataria. Occorre avere il coraggio di intraprendere strade pastorali poco esplorate poiché deve essere colmata la frattura tra il carico di attese che sgorga genuinamente nelle famiglie disponibili all’accoglienza e il clima, oltre ai problemi, che si ritrovano a respirare quasi subito attorno a loro, generato sia dai familiari che dagli amici, ma anche dalla comunità parrocchiale: l’apertura all’adozione anziché sostegno e solidarietà, suscita sospetto, diffidenza, giudizi e pregiudizi.


L’assenza e la distrazione della comunità cristiana devono essere decisamente superate ed una certa pigrizia pastorale deve lasciare il posto all’intraprendenza e alla ricchezza del carisma dell’accoglienza, raccogliendo con coraggio le sfide che la condizione di abbandono di milioni di bambini vengono poste a tutte le famiglie, di cui quelle cristiane dovrebbero essere emblematicamente protagoniste nell’accoglienza. Una prospettiva richiamata da S.E. Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della commissione episcopale per la famiglia e la vita, che nella riflessione proposta ha sottolineato il senso cristiano della fecondità, esito della benedizione, strettamente connesso alla esperienza dell’unione coniugale: “attendere un bambino” – qualsiasi sia la sua origine – si iscrive in una logica decisamente diversa da quella che si esprime con la prospettiva del “fare un figlio”. Da una parte troviamo la logica del dono accolto, dall’altra quella del prodotto da perseguire e realizzare.

I coniugi cristiani sono chiamati a realizzare la propria storia sulla benedizione di Dio nell’unità feconda della loro relazione; le difficoltà nella trasmissione del senso autentico della fecondità – non limitabile alla fertilità – potranno essere superate anche con la preziosa presenza e testimonianza delle famiglie adottive e affidatarie, non solo famiglie da coinvolgere nelle attività pastorali, ma da considerare quali coprotagoniste della missione evangelizzatrice.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..

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