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Scoprire un figlio oltre la propria carne

bambina-che-guarda-il-cieloIn questo momento così difficile che l’adozione internazionale si vede costretta ad affrontare, con i bambini “bloccati” in Congo, in Kenya, in Nepal e in tutti quei Paesi che si sono chiusi all’accoglienza, le comunità di famiglie de “La Pietra Scartata” vogliono offrire il loro contributo con la preghiera per donare speranza all’infanzia più fragile. Il futuro delle adozioni internazionali, che per tantissimi bambini abbandonati è l’unica opportunità per poter tornare ad essere figli, non passa solo da precise scelte politiche, ma è anche affidato alla preghiera. Milioni di bambini sono, infatti, immersi nelle tenebre della solitudine: come recita il vangelo di Giovanni la luce di Dio è stata offerta a tutti, ma non è stata accolta da tutti. Anche un bimbo abbandonato, lasciato solo, conosce la solitudine, le tenebre di non essere riconosciuto come Figlio.

Per questo le famiglie adottive e affidatarie della Comunità “La Pietra Scartata” tornano a incontrarsi per la recita del Santo Rosario dedicato ai bambini abbandonati in Italia e nel mondo, affinché prevalga la LUCE ed il senso di giustizia nei confronti di ogni bambino abbandonato affinché tutti i bambini possano tornare ad essere FIGLI. Una tradizione consolidata che si rinnova ogni primo sabato del mese con la partecipazione di tutte le famiglie accoglienti e di quelle che si preparano a diventare tali.

Per questo mese di gennaio, la riflessione e le preghiere che accompagnano il brano del Vangelo sono curate dai coniugi Lisia e Antonio Gorgoglione del Gruppo di famiglie della Puglia.

Una preghiera che si potrà recitare nelle proprie case ma che sarà pur sempre comunitaria, animata e ispirata ad un unico grande fine: invocare l’aiuto del Signore per la salvezza di tanti bambini abbandonati e fare in modo che le famiglie si sentano incoraggiate a intraprendere la strada dell’accoglienza.

Come di consueto alla preghiera del Santo Rosario viene proposta la lettura di un brano di Vangelo ed un commento

Vangelo secondo Giovanni 1,1-5.9-14

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Commento

Il mistero dell’accoglienza e del rifiuto. Il vangelo di Giovanni sottolinea che questa luce di Dio è stata offerta a tutti, ma non è stata accolta da tutti. Con una misteriosa metafora, Giovanni parla dell’oscurità, prendendo in prestito la stessa immagine dal terzo capitolo, “gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19) è strano che noi si preferisca l’oscurità alla luce, il male al bene. È curioso che il mondo non abbia riconosciuto chi lo ha fatto. Il giorno di Natale rivela anche verità scomode sull’uomo.
L’evangelista Giovanni ci aiuta a capire che Dio sin dal principio ha progettato per noi di mandarci il Figlio, incarnandosi eppure il mondo non lo riconobbe. Egli era la Luce, quella luce che rischiara le tenebre della nostra vita… .
Anche un bimbo abbandonato, lasciato solo, conosce la solitudine, le tenebre di non essere riconosciuto come Figlio. A Quanti Lo hanno accolto, Egli ha dato il potere di essere figli di Dio. Siamo diventati figli del Padre né per il vincolo del sangue né per quello della carne né, tantomeno, per volere degli uomini ma da Dio siamo stati generati.
Quando si conosce l’amore e l’Amore del Padre, si va oltre quei legami di carne e di sangue… così l’Amore del Padre ci unisce con i nostri figli, diventa Luce e ci lega indissolubilmente a loro e così la diversità biologica, del sangue, viene annullata dall’Amore del Padre che ci lega per sempre.
Così quell’Amore diventa e genera nuova vita.
Così scopriamo che il Signore, sin dal principio, aveva progettato per noi di diventare carne viva… accogliendo i nostri Figli abbandonati abbiamo accolto Suo Figlio, vera luce della nostra vita.

Preghiamo:

Nel 1° mistero: Signore vogliamo pregare per tutti i bambini “bloccati” in Congo, in Kenya, in Nepal e in tutti quei Paesi che si sono chiusi all’adozione… fa che nei cuori dei governanti prevalga la LUCE ed il senso di giustizia nei confronti di ogni bambino abbandonato affinché tutti i bambini abbandonati possano tornare ad essere FIGLI.

Nel 2° mistero: A te Giuseppe, che sei il papà di Gesù, affidiamo tutti i papà adottivi perché spinti dal tuo esempio sappiano accogliere nella LUCE i loro figli cosi come tu hai accolto Gesù.

Nel 3° mistero: Maria, donna dell’accoglienza, ti preghiamo per tutte le mamme adottive perché nel volto dei loro figli abbandonati riconoscano il volto e la LUCE del tuo Figlio Gesù.

Nel 4° mistero: In questo tempo di Natale vogliamo pregare per tutte le famiglie in attesa di incontrare i propri figli perché spinti dall’esempio della famiglia di Nazareth, vera LUCE, trovino la forza per continuare il loro cammino.

Nel 5° mistero: A te Gesù Bambino affidiamo tutti i bimbi abbandonati che anche quest’anno hanno vissuto il Natale in istituto perché al più presto possano immergersi nella Tua LUCE e trovare una mamma ed un papà pronti ad accoglierli.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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