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Un’adozione benedetta: anche a Venezia il rito

lps-diocesiRiportiamo di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato sul sito web della testata “Gente Veneta”, a firma di Paolo Fusco, lunedì 24 novembre 2014, in vista della serie di eventi che culminerà nel rito della Benedizione delle adozioni, domenica 14 dicembre 2014 a Zelarino (Ve).


“O Dio, fonte della vita, è nel nome di Gesù che noi accogliamo questo figlio che non abbiamo generato; nel Suo nome noi lo riconosciamo come nostro figlio, accogliendo Te in lui…”. E’ un brano del rito della “Benedizione delle Adozioni” che per la prima volta, quest’anno, sarà proposto nella nostra diocesi. Per dire che l’essenza dell’adozione «non è un pezzo di carta o un atto giuridico con timbri e marche da bollo, e nemmeno un passaporto; ma un atto di fede così sconvolgente, capace di “generare” amore». A ricordarlo è Massimo Cecchetti, genitore adottivo e membro della Commissione diocesana Sposi e Famiglia “Adozioni e affido”. Membro dell’associazione “La pietra scartata”, ha proposto al responsabile diocesano della pastorale familiare, don Danilo Barlese, di offrire anche a Venezia il rito di benedizione delle adozioni: l’iniziativa sarà arricchita da altri due appuntamenti che ne approfondiranno il senso.

Il primo avrà luogo sabato 29 novembre, dalle 16 alle 19, presso il Centro pastorale “Card. Urbani” di Zelarino, in via Visinoni 4/C. Si tratta di una catechesi in vista del rito, rivolta alle famiglie che desiderano conoscere di cosa si tratti: “Accogliere nel suo nome: un’esperienza familiare dal rilievo comunitario”. Il secondo incontro è in programma per sabato 13 dicembre, alle ore 20.30 nella stessa sede: il movimento “Amici dei Bambini” (Aibi) del Veneto metterà in scena una rappresentazione teatrale, tratta da un’idea di Marco Griffini, interpretata da famiglie adottive, dal titolo “…Ma Dio tace. Abbandono, speranza, adozione. Nel mistero dell’abbandono sulla via della salvezza”. Si tratta della testimonianza di un’esperienza di accoglienza che, come traspare dalla vicende narrate, ha cambiato radicalmente la vita dei protagonisti.

Infine, domenica 14 dicembre, alle ore 11 presso la chiesa del Centro “Urbani”, sarà celebrata una messa durante la quale avrà luogo il rito di benedizione delle adozioni, presieduta da don Danilo Barlese. Seguirà, non meno importante, un momento di pranzo e di festa presso lo stesso Centro pastorale, per esprimere con gesti umani la comunione vissuta nella messa al mattino.

«E’ un modo per ribadire – sottolinea il vicario episcopale per la Pastorale – che questo gesto di accoglienza di un bambino non è fatto solo nella singola famiglia, ma è un evento che riguarda tutta la comunità e, attraverso il rappresentante del vescovo, la Chiesa intera: l’invito a partecipare, infatti, è rivolto a tutti».

Il desiderio di celebrare il dono di un’adozione, spiega Massimo Cecchetti, era ormai sentito da parte di molte famiglie adottive, per sancire un gesto che ha valore non solo dal punto di vista civile, ma anche cristiano. E’ nella Chiesa ordodossa che era già diffuso un rito di benedizione delle adozioni, cui hanno tratto spunto per proporre questo rito in forma ancora sperimentale, guardato con estremo interesse dalla Cei, utilizzato già da alcuni vescovi, ad esempio nelle diocesi di Pisa e di Barletta. Una prima celebrazione di questo tipo è stata vissuta lo scorso anno con le famiglie adottive dell’Aibi, provenienti dal Veneto, presieduta da don Danilo Barlese. L’esperienza sarà offerta ora a tutte le famiglie veneziane interessate, indipendentemente dall’età dei loro figli adottivi. Conclude Cecchetti: «Non siamo solo noi genitori che adottiamo i nostri figli: quando cresceranno saranno loro ad adottare noi, assumendo pienamente il loro essere figli…».



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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