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Accogliere Dio che genera in noi la Pace

Questa domenica festeggiamo le tre persone divine: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Tutto nella nostra fede è fatto in nome della Trinità: quando entriamo in chiesa, con il segno della Croce, quando iniziamo la celebrazione della Messa, appunto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, fino alla Benedizione con cui si conclude. Sono i nostri tre alleati potenti per la Salvezza: è Dio in tre persone.
Potrebbe sembrare un’astrazione, una categoria teologica… ma, come tutto nella nostra fede, anche la Trinità è un’esperienza concreta.
Una sconosciuta e semplice suora carmelitana di clausura, vissuta alla fine dell’’800, ne parla con una concretezza e chiarezza meravigliosi: si tratta della Beata Suor Elisabetta della Trinità, una grande mistica che visse i suoi pochi anni di vita in intima comunione con i suoi “TRE”, come si esprimeva familiarmente parlando della SS. Trinità.
L’uomo che non conosce Dio è costretto a offrire il mondo a sé stesso: “Il mondo per me! L’amore per me! I soldi per me! Il lavoro per me! Gli affetti per me! Tutto è per me! I miei figli per me! Tutto dev’essere come io penso, perché tutto è per me! Io sono Dio e nessuno può dirmi nulla!”.
Quando accogliamo Dio, facciamo spazio a qualcosa di nuovo, che genera in noi la Pace: è la Trinità che abita in noi. Un’accoglienza che mostriamo con la nostra vita perché ripetiamo anche in noi la “comunione” che si esprime tra le tre Persone della Trinità.
Comunione che si traduce in noi stessi e nei rapporti con gli altri, che non sono più i nostri nemici, da combattere, ma un dono.
Ecco perché Dio sceglie sempre ciò che il mondo non considera, per confondere i sapienti e gli intelligenti: ai piccoli, agli umili, come Suor Elisabetta, Dio svela con semplicità il Suo volto. Più pensi di essere intelligente, meno capirai delle cose divine, perché in te non c’è spazio per Dio.
Così scriveva Suor Elisabetta: “Non scoraggiarsi mai. È più difficile liberarsi dallo scoraggiamento che dal peccato. Non inquietarsi se non si costatano progressi nello stato della propria anima. Spesso Dio permette questo per evitare un sentimento di orgoglio. Egli sa vedere i nostri progressi e contare ogni nostro sforzo”.
Accogliamo oggi questo messaggio della Santissima Trinità, come un dono fatto a noi.
don Antonio


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