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Cristo è il senso del mio vivere

“Vi do la mia Pace” annuncia Cristo ai suoi discepoli, una novità per l’uomo che vive sempre accerchiato dalla paura del domani.
La Pasqua vince questa paura: fa presente una realtà completamente nuova, inaspettata, sconvolgente. La scoperta che noi possiamo vivere eternamente, risorgere come Cristo è risorto.
È come un sole che splende, dopo una notte buia e paurosa, come qualche volta ci appare la nostra vita: sorge un’alba meravigliosa che ci annuncia un giorno nuovo.
Ecco perché per tutto il periodo di Pasqua, gli orientali si salutano con la frase che il sacerdote pronuncia a mezzanotte: Cristo è risorto”, in russo “Christos voskrès”.
Per ricordare che la morte è vinta: questa notizia è diventata realtà.
E’ realtà sperimentabile oggi nella nostra vita.
Allora il mio vivere diventa seguire Cristo, perché solo questo da senso a quello che faccio.
E che farò della mia vita ci chiediamo da giovani, e non solo? Quello che vuole Lui!
Io non mi appartengo, dicono i cristiani. Adesso forse devo donare la mia vita sposandomi, domani forse devo andare a lavorare lontano dalla mia città: ma il senso del mio vivere è sempre Cristo.
L’unione con Lui, l’amore a Lui, il pensiero di Lui, lo stare con Lui, non me la potrà togliere niente e nessuno.
La Pasqua, l’unica cosa che dà senso: una vita trasformata in una creazione nuova, un dono in tutto quello che faccio, diventare io stesso un dono per tutti quelli che incontro.
Ricevere lo Spirito del Risorto significa sentire una libertà interiore così bella che ora puoi amare i tuoi figli così come sono, puoi perdonare tuo marito o tua moglie, accettare e amare chi non la pensa come te, servire i tuoi genitori, senza pretendere di cambiare gli altri e la storia.
In una parola, la Resurrezione di Cristo ci rende capaci di Amare: come ha fatto Cristo con noi.
don Antonio


L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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