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Venezia: “… ma Dio tace”: rappresentazione in tre atti del mistero della adozione

madiotacePuò essere davvero mio figlio un bambino non nato da me? Come può una mamma abbandonare suo figlio? E soprattutto, un bambino abbandonato da sua madre può avere ancora fiducia nell’amore di una nuova mamma? E può vivere per tanti anni nella speranza di questo incontro?


Sono solo alcune delle mille domande che ritornano nella vita di ogni coppia adottiva e che cercano risposte difficili da trovare nella vita quotidiana. Per riempire il vuoto che questi interrogativi pongono a ogni famiglia che accoglie un figlio proveniente da lontano, è necessario immergersi in una dimensione diversa: la spiritualità dell’adozione che fa della scelta adottiva una vera e propria vocazione.

È questa la possibilità che hanno deciso di cogliere molte famiglie adottive del Patriarcato di Venezia che domenica 14 dicembre parteciperanno al rito della Benedizione delle Adozioni, spinti dal desiderio e dalla necessità di vedere riconosciuto anche a livello ecclesiale il loro percorso di accoglienza. Il rito sarà celebrato alle ore 11, nella chiesa del centro pastorale “Cardinal Urbani” di Zelarino, da don Danilo Barlese, vicario episcopale per la pastorale familiare della diocesi veneziana.

La celebrazione sarà preceduta, sabato 13, da un incontro di preparazione al rito, che permetterà alle famiglie di confrontarsi profondamene con lo scandalo dell’abbandono e la chiamata all’accoglienza che tutte loro hanno ricevuto. Alle 20 e 30, infatti, sempre presso il centro pastorale di Zelarino, le famiglie adottive di Amici dei Bambini e de “La Pietra Scartata” porteranno in scena la rappresentazione-conteplazione “… Ma Dio tace”, una riflessione su abbandono, speranza e adozione, scritta da Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.

La rappresentazione è una sorta di viaggio nella contemplazione che, partendo dalla morte di Gesù,abbandonato dal Padre sulla Croce, conduce fino alla Sua resurrezione. Le grida di Gesù crocifisso, i silenzi, la Sua morte, la scoperta della tomba vuota: quattro scene caratterizzate dai suoi protagonisti, Gesù in croce, il bambino abbandonato, lo Spirito Santo, la coppia sterile, la mamma che abbandona il figlio, un papà adottivo.

Lo spettacolo, mettendo al centro il mistero di un minore abbandonato, propone quindi una riflessione a chiunque riconosca che la salvezza si manifesta “nell’accoglienza, nella donazione di sé fino ad accogliere l’altro totalmente”, secondo l’insegnamento di Gesù: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me”.

La rappresentazione di “… Ma Dio tace” conclude quindi un percorso preparatorio alla Benedizione delle Adozioni, iniziato sabato 29 novembre con un momento di catechesi sul tema “Accogliere nel Suo nome: un’esperienza familiare dal rilievo comunitario”. In quell’occasione, don Barlese aveva approfondito il senso cristiano delle genitorialità e il significato dell’adozione come evento cristiano da celebrare comunitariamente e comeatto di fede capace di generare amore.

Il Patriarca di Venezia, Sua Eccellenza monsignor Francesco Moraglia, ha espresso personalmente forte sostegno per un’iniziativa, la Benedizione delle Adozioni, già si dice possa diventare una tradizione della diocesi veneziana.“Il desiderio di celebrare il dono dell’adozione, infatti, è sentito da parte di molte famiglie adottive, per sancire un gesto che ha valore non solo dal punto di vista civile, ma anche cristiano” spiega Massimo Cecchetti, genitore adottivo di Ai.Bi. e membro della Commissione diocesana Sposi e Famiglia “Adozioni e Affido” del Patriarcato di Venezia.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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